misteri
Imboscata in Congo, giallo sulla scorta di Attanasio
Nel giorno dei funerali dell’ambasciatore Luca Attanasio nel suo paese natale, a Limbiate (Monza e Brianza), il mistero sull’imboscata in Congo che è costata la vita al diplomatico e al carabiniere di scorta si infittisce. Al centro la questione della scorta insufficiente per attraversare un’area considerata fortemente a rischio sicurezza. E se da una parte l’Onu e il Programma alimentare mondiale (Pam), avrebbero dovuto occuparsi di garantire la giusta tutela al convoglio su cui viaggiavano Attanasio e Vincenzo Iacovacci, dall’altra la Repubblica democratica del Congo prende in qualche modo le distanze da quanto accaduto spiegando che l’ambasciatore in persona aveva verbalmente annullato la missione a Goma e Bukavu.
Il tuo browser non supporta il tag iframe
Con un documento pubblicato su AfricaNews Medias Rdc, il Protocollo di Stato del Congo spiega che «lunedì 15 febbraio 2021, la Direzione nazionale del Protocollo di Stato ha ricevuto una nota verbale n° prot n:219 dall’ambasciatore italiano a Kihshasa, emesso nella stessa data, con il quale si richiede l'accesso alla sala diplomatica dell'aeroporto internazionale di N'djili a favore del signor Luca Attanasio», per il console Alfredo Bruno Russo e per Vittorio Iacovacci, oltre che per l’autista Floribert Basunga, che «stavano andando a Goma e a Bukavu» per una «visita alla comunità italiana nelle due città». Ma, si legge, non vi era alcun riferimento al viaggio con un convoglio del Wfp a Rutshuru. Ma non solo. «Nella stessa data, a fine giornata - prosegue la nota - l'ambasciatore d'Italia ha fatto visita al direttore del Protocollo di Stato per annunciargli che questo viaggio non ci sarebbe più stato e che sarebbe stata inviata a tal fine una nota alla direzione». Per cui, «la direzione è rimasta sorpresa nell'apprendere nelle prime ore della mattina del 22 febbraio, attraverso i media, che l'ambasciatore era stato assassinato mentre era in attesa della nota che annullava la prima. Dopo la verifica, ha appreso che il dramma era avvenuto sulla strada Goma-Rutshuru con un convoglio del Wfp, che non era stato menzionato nella nota verbale». E nello stesso documento, si riferisce anche che l’ambasciatore non avrebbe utilizzato la sala di imbarco all'aeroporto di Ndjili.
Tutto questo avveniva mentre la comunità di Limbiate ha accolto Attanasio per l’ultimo commosso saluto, reso ancora più straziante quando alla fine delle celebrazioni sono state trasmesse alcune registrazioni dei messaggi vocali che il diplomatico aveva inviato proprio agli amici di Limbiate.