Variante Covid, 500 italiani intrappolati in Brasile: "Fateci tornare a casa"
Cinquecento italiani, sani dal Covid, sono bloccati da più di 20 giorni in Brasile dal decreto del 16 gennaio e non hanno nessuna previsione di quando verranno "liberati". Sono rimasti "prigionieri" a causa della variante brasiliana che impedisce loro di far ritorno in Italia.
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"Nella stragrande maggioranza abbiamo volato in periodi permessi e quando la variabile brasiliana non era conosciuta per ricongiungimento familiare o lavoro - spiega Alberto Acciari, imprenditore romano - Il blocco ci sta costando sotto tutti gli aspetti, lavoro, scuola, visite mediche, etc., con aerei persi, spese non previste, disagio fisico e sociale, mentre gli altri Stati europei (Germania, Belgio. Portogallo, Spagna) che hanno chiuso o stanno chiudendo i voli, hanno lasciato aperto il rientro ai loro cittadini.
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Una situazione molto difficile, insomma, di cui sti sta attivamente occupando anche l'Ambasciata italiana. Il caso di Acciari, ad esempio, è emblematico. Si trova in Brasile per ricongiungimento familiare, un figlio e una nipotina nata ad ottobre. Adesso, però, si trova in trappola e lui, come gli altri ciquecento italiani, chiedono di poter rientrare nel proprio Paese, ovviamente osservando tutte le cautele di sicurezza del caso.
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Come ha spiegato ieri il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, "la variante brasiliana, oltre alla contagiosità, sembra avere una maggiore aggressività e ciò potrebbe comportare un importante sovraccarico dei nostri ospedali". Secondo il viceministro, "col progredire della vaccinazione le cose poi dovranno necessariamente andare meglio: messe in sicurezza le categorie più a rischio, la strada sarà in discesa".