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Manifestanti pro Trump irrompono nel Congresso. A Washington scatta il coprifuoco

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Giornata ad alta tensione politica negli Usa, quella in cui il Congresso è stato chiamato a ratificare il voto del Collegio elettorale. Il voto, cioè, espresso dai Grandi elettori dopo che anche quello popolare ha scelto il democratico Joe Biden come nuovo presidente, e che il repubblicano Donald Trump non accenna a riconoscere. La seduta congiunta si è aperta mentre vicino alla Casa Bianca migliaia di sostenitori di Trump ascoltavano un intervento del magnate, e poi rispondevano alla sua chiamata a marciare sul Campidoglio. Sfociata in scontri con la polizia e un assalto al Congresso, messo quindi in lockdown con sospensione della sessione.

Il vice presidente Mike Pence è stato scortato via, dopo che qualche ora prima aveva rimandato al mittente ( Trump) la richiesta di bloccare la ratifica del voto al Congresso. Pochi minuti prima dell’apertura dei lavori ha infatti diffuso una nota in cui ha preso le distanze da Trump, dicendo di «non avere l’autorità» per ribaltare il risultato. Nonostante la sua posizione, vari deputati e senatori del Gop hanno pianificato di obiettare all’esito del voto in sei Stati (Arizona, Georgia, Nevada, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin). Hanno iniziato obiettando a quello in Arizona (ogni contestazione prevede due ore di dibattito).

Fuori, nel frattempo, proseguivano le tensioni, con la polizia che ha usato spray urticanti per allontanare i dimostranti che tentavano di far irruzione. Gli stessi manifestanti che, nel parco dell’Ellipse, Trump aveva incitato a «combattere» per la sua vittoria. La sua ostinata missione sta creando forte tensione nel Gop, ma lui ha promesso alla folla: «Non ci arrenderemo mai, non ammetteremo mai la vittoria», c’è stato «un furto» alle urne. A complicare lo scenario politico il ballottaggio in Georgia per due seggi al Senato: probabile la doppietta dem, una vittoria chiave per il mandato di Biden. La data dell’insediamento è il 20 gennaio, cui il democratico arriva forte di 70 milioni di voti popolari (record assoluto, nonché oltre 6 milioni più di Trump) e 306 voti dei Grandi elettori (232 per il repubblicano). L’ex vice di Barack Obama assumerà l’incarico dopo una difficile transizione, ostacolata dall’amministrazione uscente, e nel mezzo della pandemia e della crisi economica. Ad aiutarlo nelle difficili sfide che avrà di fronte potrà essere proprio il voto in Georgia, che spinge i dem verso la maggioranza anche al Senato. Due i seggi in ballo: di uno, i media hanno attribuito la vittoria al democratico Raphael Warnock, contro Kelly Loeffler; dell’altro, che per AP e altri media è ’too close to call’, il candidato dem Jon Ossoff ha rivendicato la vittoria sul membro del Gop David Perdue. Warnock diventerà il primo senatore afroamericano per la Georgia, mentre Ossoff potrebbe essere il più giovane alla Camera alta, con i suoi 33 anni.

 

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