Nord Corea, il sinologo conferma: Kim Jong Un è morto
Il dittatore della Corea del Nord scomparso da giorni. Francesco Sisci, sinologo con cattedra universitaria a Pechino conferma la morte di Kim Jong-Un
Il dittatore della Corea del Nord Kim Jong Un è morto? Sì per il sinologo con cattedra universitaria a Pechino Francesco Sisci: "Non si sa quando sarà l'annuncio, potrebbero volerci anche mesi" ha dichiarato. Un alone di mistero continua ad avvolgere la verità sulle condizioni di salute del leader. Non ci sono fonti ufficiali a confermarlo ma secondo il sinologo - che ha parlato Adnkronos citando buone fonti tra i ranghi cinesi - non ci sono dubbi: "Che io sappia è già morto. Non si sa quando sarà l'annuncio, potrebbero volerci anche mesi". A fare scattare il tam tam mediatico lo scorso 20 aprile erano state le indiscrezioni della stampa americana e del giornale online sudcoreano Daily Nk, noto per la rete di fonti interne alla Corea del Nord, tra cui persone ritenute disertori del regime: il leader era stato sottoposto a un intervento chirurgico e si trovava in condizioni gravi. Secondo il quotidiano era stato operato al cuore il aprile a causa di problemi causati da obesità, stress e dipendenza dal fumo. Per approfondire leggi anche: "Kim Jong-un morto". E Trump se la prende con la Cnn Voci, illazioni, addirittura l'ipotesi della morte del leader nordcoreano che non è più stato visto in pubblico e di cui Pyongyang non ha più riferito attività o nuove dichiarazioni. In realtà gli interrogativi sono stati sollevati per la prima volta dopo il 15 aprile, quando Kim non ha preso parte alla commemorazione del 108esimo anniversario del compleanno del nonno, il fondatore Kim Il-sung. È l'evento più importante della nazione e Kim, 36 anni, da quando è arrivato al potere nel 2011 ha sempre partecipato alle commemorazioni. I media di Stato mercoledì hanno pubblicato alcune passate dichiarazioni di Kim, ma non hanno dato notizia di sue nuove attività finché non è circolata fonti provenienti da Pechino la notizia della morte "per arresto cardiaco". A irrompere sulla scena allora il presidente Usa Donald Trump secondo il quale Kim Jong-un non sarebbe morto: le notizie sullo stato di salute del leader nordcoreano sarebbero "fake" della Cnn. "Penso che il rapporto non sia corretto, lasciatemi dire così", ha dichiarato Trump nel corso di un briefing alla Casa Bianca, puntando il dito contro un giornalista dell'emittente. Ma il giallo lanciato dai media esteri sulla "scomparsa" ha dato voce alla preoccupazione e agli interrogativi sulla successione alla leadership nel Paese, dotato di armi nucleari e gestito dalla stessa famiglia per settant'anni. Ora la preoccupazione sembra destinata a crescere, se Kim non sarà presente ai prossimi eventi pubblici. La successione in Corea del Nord, secondo quanto è noto, avverrebbe per linea di sangue, dando solo ai membri diretti della famiglia il diritto di guidare la nazione. La sorella minore di Kim, Kim Yo-jong, appare agli esperti come la candidata più probabile a prendere il potere, se il fratello fosse gravemente malato, impossibilitato a governare, o morisse. Alcuni esperti ritengono però che anche una leadership collettiva potrebbe essere possibile, mettendo in questo caso fine alla regola sul potere legato alla dinastia familiare. Kim Yo-jong avrebbe circa 30 anni, è incaricata degli Affari di propaganda di Pyongyang ed è stata di recente insignita come componente del Politburo. Una leadership collettiva potrebbe essere guidata da Choe Ryong Hae, responsabile delle cerimonie di Stato, numero 2 nell'attuale gerarchia del potere, secondo alcuni esperti. Non è però un membro della famiglia e questo potrebbe destabilizzare la situazione politica. Altro membro della famiglia che potrebbe essere incaricato del potere è Kim Pyong-il, fratellastro 65enne di Kim Jong-il, che sarebbe tornato in Corea del Nord a novembre dopo decenni trascorsi come diplomatico in Europa.