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L'Eurogruppo fa flop. Unione Europea spaccata tra Mes e coronabond

L'Eurogruppo si conclude con un nulla di fatto e un rinvio. Posizioni divergenti su Mes, Bei, Sure e fondo di solidarietà

Silvia Sfregola
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Sedici ore di discussioni, diverse interruzioni e alla fine nessun accordo. L'Eurogruppo, a cui due settimane fa i leader europei hanno affidato il compito di studiare un pacchetto di misure per far fronte alla crisi del coronavirus, si è concluso con un nulla di fatto e un rinvio a domani pomeriggio. I nodi a Bruxelles non si sciolgono. I leader europei delle Finanze non riescono a trarre conclusioni su nessuno dei quattro strumenti chiave per resistere all'impatto economico dell'emergenza - Mes, Bei, Sure e fondo di solidarietà - e le posizioni restano divergenti. Non a caso, oltre alla stanchezza, a mettere fine all'incontro notturno in videoconferenza sono gli impegni nazionali dei ministri, le cui posizioni restano legate alla bandiera. Così se la Francia cerca appoggio per lanciare un fondo di solidarietà, Germania e Olanda chiudono la porta agli eurobond. Dall'Italia arriva il monito del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Se vogliamo preservare la nostra casa comune, è il momento di ragionare come una squadra". Alla fine della lunga nottata, un accordo non è ancora vicino. Le discussioni iniziano con il punto sul quale c'è più intesa, ovvero il fondo da 25 miliardi di euro garantito dalla Bei a sostegno delle imprese. I ministri Ue si chiedono però quali dovranno essere le imprese verso cui indirizzare i 200 miliardi di liquidità aggiuntiva e il timore è che senza regole gli ambiti di competenza possano essere sforati. Stesso dubbio per SURE, il programma dell'Ue di contrasto alla perdita di posti di lavoro provocata dal lockdown del coronavirus. Alcuni ministri chiedono di allargare lo scopo di questo strumento su altri aspetti non strettamente legati alla disoccupazione. Per approfondire leggi anche: Il derby tra Ue e sovranisti mette a rischio il governo Conte Le distanze più significative - assicurano fonti di Bruxelles - riguardano il Meccanismo europeo di stabilità. Diversi Stati sono preoccupati dalla condizionalità del Mes. No all'intervento della Troika ma sì a esplicitare le condizioni di accesso al meccanismo, anche se 'light'. Un gruppo di leader europei si chiede in particolare cosa accadrà una volta contenuta l'emergenza e se lo strumento - con clausole di ingresso più soft - resterà così anche in futuro. Sul punto insiste in particolare l'Olanda, sostenendo che l'uso del Mes senza condizioni deve essere consentito solo per far fronte alle spese sanitarie di ogni stato. Il ministro delle Finanze olandese Wopke Hoekstra punta i piedi anche sulla proposta lanciata per primo dal premier Conte di promuovere i cosiddetti coronabond, o eurobond. "L'Olanda era e rimane contraria all'idea degli eurobond, perché riteniamo che creeranno più problemi che soluzioni per l'Europa", scrive su Twitter Hoekstra. "La maggior parte dell'Eurogruppo condivide questa opinione e non supporta gli eurobond", incalza il ministro. Fonti diplomatiche fanno però sapere che durante l'Eurogruppo non si è discusso di questo capitolo, neanche indirettamente. Erano già note le posizioni di partenza di molti Stati e per questo si sapeva che sarebbe stato difficile trarre una qualche conclusione. Ancora una volta nessun accordo. Ma il fronte franco-tedesco replica duramente alla chiusura di alcuni Stati. Al termine dell'incontro dei leader Ue, il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire invita a trovare un accordo entro 24 ore. "Credo che la nostra responsabilità collettiva sia di raggiungere un accordo entro le 24 ore", spiega in conferenza stampa. "Un fallimento - aggiunge - è impensabile". Durante i negoziati la Francia spinge per la mediazione e per la creazione, in particolare, di un fondo temporaneo di solidarietà che prevede titoli di debito comuni, i cosiddetti recovery bond. Il ministro francese Le Maire rimarca la presenza di un'asse franco-tedesca di negoziazione. "Insieme al mio collega Scholz faremo tutto quello che è in nostro potere per raggiungere un'intesa", sottolinea Le Maire, ribadendo che Francia e Germania hanno mantenuto la stessa posizione "durante tutti i negoziati". Le parole del ministro tedesco Olaf Scholz fanno in effetti eco a quelle dell'omonimo francese. Scholz chiede ai paesi dell'eurozona di trovare un "buon compromesso", per sostenere l'economia a fronte del coronavirus ed è fiducioso che si arrivi a un accordo tra i paesi Ue. Le differenze restano significative e le discussioni dei leader Ue rimangono aperte. Dall'Italia Conte in un'intervista ai media vaticani invita l'Unione europea ad essere "all'altezza del suo ruolo per affrontare la sfida che ha di fronte in questa fase". Per farlo, sottolinea Conte, "è chiamata a compiere un deciso cambio di passo dal punto di vista politico e sociale". Questo è il momento "per chi ha veramente a cuore l'Unione europea, per chi crede in un'Europa unita, forte e solidale, all'altezza della sua storia e della sua civiltà" di "compiere passi risoluti, sostenendo e promuovendo tutti i mezzi per la ricostruzione e la rinascita". Anche il ministro dell'Economia italiano Roberto Gualtieri invita l'Europa a ritrovarsi in questo momento di "responsabilità comune", di "solidarietà" e di "scelte coraggiose e condivise".

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