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Autobomba a Mogadiscio fa almeno 78 morti

Bilancio in aggiornamento: 125 i feriti. Il ministro Guerini in contatto col contingente italiano

Alessandro Austini
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È l'attentato con più vittime degli ultimi due anni a Mogadiscio, la capitale della Somalia. Un'autobomba è esplosa di mattina a un incrocio molto trafficato della città, vicino a un checkpoint e a un ufficio dove si raccolgono le imposte di bus e camion, e il bilancio è di almeno 78 morti e 125 feriti. Un bilancio in continuo aggiornamento. Fra i morti anche due cittadini turchi, nonché numerosi studenti, dal momento che il bus sul quale si trovavano è stato investito dall'esplosione, fra loro alcuni liceali, almeno 16 della università privata Banadir di Mogadiscio. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, appresa la notizia del grave attentato in Somalia, si è messo in contatto in giornata con il senior del contingente italiano in Somalia, Colonnello Rollo, a cui ha rappresentato la vicinanza del Governo. Il ministro è stato aggiornato sulla situazione molto critica a Mogadiscio. È quanto si legge in una nota del ministero della Difesa. Al colonnello, Guerini ha assicurato che «l'Italia è accanto ai suoi uomini e donne impiegati in quella importante missione e al tempo stesso vicina al popolo somalo, così duramente colpito dal terrorismo». Le forze armate italiane contribuiscono sin dal 2015 alla missione europea EUTM a Mogadiscio, il cui scopo è l'addestramento delle forze armate Somale. Il contingente italiano è composto da circa 100 militari con circa 20 veicoli tattici. Guerini ribadisce «la vicinanza dell'Italia alla Somalia e l'impegno della Difesa a non lasciare sola la popolazione». L'attacco non è stato rivendicato, ma giunge in un periodo di attentati regolari da parte del gruppo islamista al-Shabaab, affiliato ad al-Qaeda. «È stato devastante perché c'era tanta gente, in particolare dei liceali sugli autobus», ha raccontato un testimone, Muhibo Ahmed. «Ho visto corpi sparpagliati, alcuni bruciati al punto di essere irriconoscibili», ha raccontato un'altra persona presente, Sakariye Abdukadir. La condanna del presidente somalo, Mohamed Abdullahi Farmaajo, è giunta tramite l'agenzia di stampa nazionale Sonna. «Questo nemico si adopera per attuare la volontà distruttrice del terrorismo internazionale, non hanno mai fatto nulla di positivo per il nostro Paese, non hanno fatto strade, mai costruito ospedali né scuole» e «tutto ciò che fanno è distruggere e uccidere e i somali lo sanno bene», ha dichiarato. Al-Shabaab punta a sconfiggere il governo somalo, che è sostenuto dalla comunità internazionale e dai 20mila uomini della forza dell'Unione africana in Somalia (Amisom). Dopo avere giurato fedeltà ad al-Qaeda nel 2010, da quando nel 2011 sono stati cacciati da Mogadiscio gli Shabaab hanno perso la maggior parte delle loro roccaforti, ma controllano ancora vaste zone rurali. Da qui conducono operazioni di guerriglia e attentati kamikaze, anche nella capitale, prendendo di mira obiettivi governativi, della sicurezza o civili. Si stima che contino tra le loro fila tra 5mila e 9mila combattenti. Due settimane fa Al-Shabaab aveva attaccato un hotel di Mogadiscio frequentato da politici, funzionari e diplomatici. Dal 2015, secondo un conteggio di AFP, il gruppo ha compiuto 13 attentati in Somalia con bilancio dai 20 morti in su, 11 di questi a Mogadiscio, tutti con autobombe. L'attentato con più vittime della storia della Somalia risale a ottobre del 2017, quando 512 persone sono state uccise e 295 ferite dall'esplosione di un camion-bomba nella capitale. Sei anni prima un kamikaze in un camion-bomba aveva preso di mira un compound ministeriale provocando 82 morti e 120 feriti: quello fu il primo attentato rivendicato dagli Shabaab dopo il loro ritiro ad agosto di quell'anno da Mogadiscio.

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