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I capelli afro non fanno più paura

Angela Di Pietro
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Non porta lucidalabbra alla fragola, non gestisce (vezzosa) l'«haircut» gentilmente imposto dalla dittatura della bellezza omologata. Zozibini Tunzi, 26 anni, eletta «Miss Universo 2019», rinuncia a parrucche e boccoli, si presenta sul palco con i riccetti rasati (un taglio che possono permettersi in poche, nell'intera galassia) e rivendica la leadership delle donne con piglio autorevole.  Per approfondire leggi anche: Miss Universo 2019 è la sudafricana Zozibini Tunzi «Fino a qualche anno fa non sarebbe stata considerata attraente una donna con il colore della mia pelle ed i miei capelli rasati. Io spero che questo messaggio arrivi a tutte le bambine del mondo. Posso arrivare dove voglio restando quello che sono» ha spiegato, rilucendo orgogliosa mentre indossava una tiara composta da oro e da 1.700 diamanti. Nessuna, prima di lei, aveva osato tanto: Michelle Obama ha sempre indossato la parrucca, Oprah Winfrey pure, Meghan Markle utilizza le extension. Tre donne di potere evidentemente non così disinvolte come parrebbero, sebbene sia stato di recente presentato in California un disegno di legge che tutela (a scuola e sul lavoro) le persone che portano trecce, treccine, acconciature di origine africana. Una presa di posizione suggerita dal disagio provato dall'alunna alla quale l'insegnante ha chiesto di presentarsi a scuola con capelli meno appariscenti. L'evoluzione del movimento #MeToo si è espressa in questi termini, nel corso della sessantottesima edizione del concorso che si è svolto al «Taylor Perry Studios» di Atlanta, Stati Uniti. Un finale coi botti ma in qualche modo prevedibile dal momento che la «motivazione» legata alla corona della manifestazione di quest'anno era «Power of Unity» (Il potere dell'unità) e simboleggiava la rivoluzionaria svolta dei concorsi di bellezza, da anni presi di mira dalle femministe. Novanta concorrenti provenienti da altrettanti Paesi - per noi gareggiava Sofia Trimarco, 20 anni, da Salerno, già miss Universo Italia -, «Miss Universo» contava, fra le partecipanti, la prima lesbica dichiarata, Swe Zin Htet, ex miss Birmania. Le favorite erano Madison Anderson (miss Portorico, arrivata seconda) e Sofia Aragon (la miss Messico, che si è aggiudicata la terza posizione). A sorpresa (ma non troppo), ha vinto la ragazza del villaggio di Sidwadweni, una laurea in Management, l'aspetto androgino e la bellezza rilasciata al di là di ogni ragionevole dubbio. Zozibini, che a sedici anni si è trasferita con i genitori (“il mio vero modello” ha voluto dichiarare) a Città del Capo, ha ricevuto il premio dalla filippina Catriona Gray, miss Universo 2018. Ancora prima di essere incoronata, zla più bella dell'universo» (già miss South Africa) aveva rifiutato di indossare parrucche, ammettendo che durante l'adolescente era arrivata a lisciarsi i capelli. Poi ha smesso, tagliandoseli pure. «Questa sera è stata aperta una nuova porta. Spero - ha detto - che la mia vittoria possa ispirare le persone ad essere sempre se stesse ed a non compromettere la propria identità. Spero che ogni bambina, guardando me, veda riflessa se stessa». Un discorso frutto della migliore tradizione americana. Ieri pomeriggio alle 17, il post di commento successivo alla vittoria, scritto da una Zozibini in ragionevole stato di grazia, aveva incamerato 35.621 commenti. Ma chi è questa creatura di ventisei carati che ha fatto parlare di sé il mondo, la pasionaria del femminismo e dell'indipendenza dagli stereotipi, quella che se avesse potuto, si sarebbe presentata all'incoronazione con i jeans strappati? Nata il 18 settembre 1993 in una famiglia composta dai genitori e da due sorelle, è la terza donna del Sudafrica a vincere il titolo e la prima donna di colore da quando Leila Lopes è stata incoronata miss Universo 2011. Della sua vita privata non si sa granché: durante la manifestazione non ha esibito alcun fidanzato. «Penso che la cosa più importante che dovremmo insegnare alle ragazze oggi sia la leadership. È qualcosa che manca alle ragazze e alle donne da molto tempo, non perché - ha spiegato nel suo discorso - non lo vogliamo, ma a causa di ciò che la società ha etichettato come donne. Penso che siamo gli esseri più potenti del mondo e che dovremmo avere tutte le opportunità, ed è quello che dovremmo insegnare a queste ragazze: occupare spazio. Niente è importante quanto occupare spazio nella società e cementare te stessa». Zozibini è un'attivista che si batte contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere. Come accennato, è una ferrea sostenitrice della bellezza naturale. Non è stato facile battere 89 concorrenti; lei ce l'ha fatta senza orpelli, trucchi o inganni. «Miss Universo» di quest'anno aveva generato clamore salottiero dopo che Maeva Coucke, miss Francia 2028, era scivolata mentre sfilava in passerella con un costume da bagno. Quel genere di inciampo che (alla faccia delle rivoluzioni) dà fiato alle trombe e fa scrivere i giornalisti, anche quelli che non si interessano dei concorsi di bellezza. C'erano stati attimi di panico, fino a quando la bella francese non aveva rassicurato tutti. Niente di rotto, solo una comprensibile emozione che le aveva impedito di sfidare il pubblico con troppa scioltezza. Qualche riga sull'italiana che sognava di infilarsi sulla testa la corona di miss Universo. Sofia Trimarco, venti anni, originaria di Buccino (Salerno) aveva già vinto un concorso italiano e sospeso - temporaneamente - gli studi. La giovane modella frequenta infatti il secondo anno di «Giurisprudenza» all'università Luiss di Roma. Attraverso il suo profilo Instagram, la prorompente bellezza campana (evocante Belen Rodriguez e tutte le altre showgirl gettonate del momento) non ha rilasciato commenti se non qualche foto scattata durante la manifestazione di Atlanta. L'italiana non si è classificata tra le prime venti. Nessuna meraviglia: le partecipanti erano tutte meritevoli di premio, naturalmente.

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