Meghan salvi la Regina
Ora Elisabetta punta tutto sulla "ragazzaccia" forse in attesa del secondo bebè
È tutto dire. Tutto alla rovescia. Ma, stavolta, la salvezza arriva da Meghan l'incontrollabile. La mina vagante. La «ragazzaccia» afroamericana piombata a Corte da Hollywood. La ribelle. L'ex-attrice e modella osèe. L'ultrademocratica, femminista, ambientalista, vegetariana hard, paladina delle campagne pro LGBT, odiatrice di The Donald. Proprio così. Non sgranate gli occhi. In ginocchio da quella moglie-peste che ha ridotto il buon Harry in schiavitù. Già... Perché la monarchia britannica - leggi Elisabetta, suo imperituro simbolo - è alla frutta e all'amaro. Stesa dall'irrisolto cruciverba Brexit, che ha spaccato in due - come una mela - un paese stordito. Atterrita dai toni aspri della campagna elettorale per il voto anticipato di dicembre e da un'economia in evidente affanno. Irritata con entrambi i big leaders l'un contro l'altro armati: il bulldozer conservatore BoJo, portabandiera del divorzio comunque sia dall'Europa, e il comunistoide laburista Corbyn, che urla e strepita per ottenere un secondo referendum che abolisca con un tratto di penna quello del 2016 che decretò l'uscita. La sovrana - mirabile dictu - sta coccolandosi l'irriverente nuora in odore di gravidanza bis (quantomai ravvicinata con la prima). Dopo averla a lungo censurata, apostrofata e redarguita, fino a litigare col nipote preferito, quello più fragile e birbone, più bisognoso di strette redini, più incline alle intemperanze. Ha abbracciato convinta il perdonismo, l'austera Lilibeth. E benedice quello che, ormai, sembra essere il segreto di Pulcinella, svelato da mille indizi a partire da ottobre e da un pancino sbarazzino che spunta sotto i larghi e costosi abiti: la dolce attesa «number two» della già mamma del bambolotto gattonatore e bidentato Archie-Arcibaldo (che vuol dire «coraggioso»), capelli rossi come il papino e pelle lievemente ambrata come lei, privato - per ora - del privilegio di un titolo nobiliare e quindi solo un agiato «commoner». Sì, siamo a questo. «Help me!». Imprevista invocazione di soccorso della sovrana all'indirizzo della yankee. E non c'è da scandalizzarsene in quel manicomio che è diventata l' Inghilterra dello scontro su Brexit e delle sciocchezze a raffica commesse in suo nome o contro. Elisabetta ha un tremendo bisogno di "panem et circenses" da offrire in pasto ai sudditi rintronati e depressi da cotanto alterno frastuono. E l'ancora di salvezza - o almeno il diversivo - giunge da Meghan, non importa se a pochi mesi dalla famosa «voce dal sen fuggita» alla esasperata Regina: «Quella figliola mi preoccupa!». Tutto dimenticato, per meglio dire accantonato (poi, tranquilli, riciccerà fuori...). Carezze e complimenti alla spregiudicata pulzella, che s'era beccata fior di insulti pesanti. Da arrampicatrice sociale a «sexy doll», fino a demolitrice del sacro (e ridicolo) codice di comportamento della Royal Family, retaggio ipocrita e bacchettone di una Britannia che non c'è più. Ma tant'è... Necessità fa virtù. Capiamoli, questi chiacchierati e scombinati Windsor, che alla fin fine ci stanno pure simpatici! Intendiamoci, la gravidanza non è ufficiale. La solita tiritera, le solite moine, il solito tatticismo. A quando l'annuncio? Eh, calma e gesso... Ammesso che sia incontrovertibilmente vera (e la «pregnancy» non ha le sembianze di una bubbola), a Corte debbono fare mille e complicati calcoli. La data giusta. I modi giusti. Il giorno giusto e fortunato. E poi c'è di mezzo un inghippo. Perché - sembra davvero una gara tra le due duchesse ormai non lontane dagli «anta» - anche Kate «la saggia», inattaccabile consorte di William che studia diligentemente da Re, è - sarebbe, ma è - avviata a donare allo scosso e fremente Palazzo un gradito regalo: il quarto rampollo! All right? Fino a un certo punto. Perché - alchimie tipicamente british - si rischia una sorta di «ingorgo istituzionale». Mai e poi mai, infatti, due lieti eventi possono essere annunciati in tempi ravvicinati. E, dunque, complication... Gli esperti di Corte sono alacremente all'opra sulle sudate carte per distanziare a dovere i due epocali - pur ufficiosi accadimenti. Non sia mai che si sbagli! Sarebbe esiziale assai, almeno in base alle demenziali regole in vigore nella «ditta» più importante e ricca della nazione, «The Firm», insomma quei furbacchioni degli Windsor. E c'è un altro vitale motivo che contribuisce a sconsigliare nel modo più assoluto un accavallamento tra i due gioiosi ma concorrenziali happening: i rapporti, tutt'altro che idilliaci, tra i due figli di Carlo e Diana, ormai dolorosamente distinti e distanti. La nonna reale lavora indefessa per la riappacificazione. Ma una gaffe minerebbe le sue erculee fatiche. Insomma, decidere per il meglio. Che fa a cazzotti con il presto. Niente fretta, siamo inglesi... Dovremo aspettare il 2020 per venire a capo della questione. E restare ancora per un pò nell'incertezza (molto relativa) prima di conoscere la verità ufficiale.