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Gli Usa alla Turchia: "Fermate subito le operazioni contro i curdi"

Turchia, guerra ai curdi

Dario Martini
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Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Turchia di fermare la sua operazione nel nord-est della Siria contro le milizie curde. È quanto emerge in una nota del portavoce del Pentagono, Jonathan Hoffman, che dà conto di un colloquio telefonico avvenuto ieri tra il segretario alla Difesa Mike Esper ed il suo omologo turco Hulusi Akar. Secondo il portavoce, Esper ha "detto chiaramente" che gli Stati Uniti si oppongono all'incursione turca e che questa operazione militare "mette a rischio" i progressi fatti nella lotta agli estremisti. Esper, prosegue il comunicato, ha anche sostenuto che la Turchia "rischia gravi conseguenze" per l' "Operazione fonte di pace" e ha espresso timori per il personale Usa in Siria. Anche il premier italiano Giuseppe Conte è intervenuto per chiedere a Erdogan di fermarsi: "Lo dirò chiaro e forte al vertice Ue della settimana prossima: l'Ue non può accettare il ricatto della Turchia". Il presidente del Consiglio italiano si riferisce al ricatto per cui la Turchia sarebbe pronta a far invadere l'Europa da centinaia di migliaia di migranti se la Ue proverà a fare pressioni per bloccare l'invasione dei territori curdi in Siria. Conte ha aggiunto: "l'iniziativa militare deve immediatamente cessare" Non può essere che l'attività svolta dalla Turchia per accogliere i profughi siriani, tra l'altro finanziata ampiamente e in modo cospicuo dall'Europa, diventi un'arma di ricatto". L'attacco di Ankara "non può che avere - continua il premier - la riprovazione di tutta la comunità internazionale. L'Ue dovrà parlare con una voce sola, all'unisono. L'opzione militare storicamente è il fallimento più totale di qualsiasi stabilizzazione e non la possiamo accettare".

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