la foto delle polemiche
Bendato in caserma, media Usa all'attacco: scoppia il caso
"Quella foto mi ha fatto davvero un brutto effetto. Oggi abbiamo provato ad andare in carcere per parlare con il mio assistito ma non è stato possibile: voglio capire cosa sia successo e se anche lui è stato bendato e legato". A dirlo è l'avvocato, Francesco Codini, legale di Finnegan Lee Elder, il 19enne americano che ha ammesso di essere l'autore materiale dell'omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. La foto a cui fa riferimento è quella, diffusa nelle scorse ore, in cui l'altro ragazzo americano fermato, Christian Gabriel Natale Hjort, compare con una benda sugli occhi e le mani legate in una caserma dei carabinieri. Uno scatto che è ha attraversato in un lampo l'oceano fino a diventare l'apertura del sito online della Cnn che parla di "un'immagine scioccante" e riferisce dell'avvio delle indagini sullo scatto. La foto rimbalza anche sugli altri media americani, dal Washington Post al Los Angeles Times che, citando le autorità italiane, parlano di "atto illegale". La Cnn cita anche il tweet di Matteo Salvini sulla foto del ragazzo bendato - "Ricordate che l'unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un Carabiniere, un servitore della Patria" - e le dichiarazioni di ieri, nelle quali invocava l'eragostolo per i due giovani, "nonostante non siano neanche ancora stati rinviati a giudizio". Secondo quanto trapela, l'americano accusato di omicidio e tentata estorsione sarebbe rimasto bendato per 4 o 5 minuti prima di essere spostato in un'altra stanza per l'interrogatorio per non permettergli di vedere elementi di indagine che apparivano in quel momento su alcuni schermi presenti nella stanza. E' quanto emerso dalle indagini dei carabinieri che hanno individuato il militare responsabile e disposto il trasferimento a breve ad "altro incarico non operativo". Sono ora in corso indagini per individuare l'autore dello scatto e chi ha fatto circolare la foto su alcune chat. A riguardo il procuratore generale presso la corte d'appello Giovanni Salvi ha dichiarato che "le modalità con le quali è stato condotto l'interrogatorio (dell'americano Natale Hjorth, ndr) consentono di escludere ogni forma di costrizione in quella sede". Affermazioni rese alla luce delle "informazioni fornite dalla procura di Roma". Salvi evidenzia inoltre che "gli indagati sono stati presentati all'interrogatorio liberi nella persona, senza bende o manette". E ancora, che "all'interrogatorio è stato presente un difensore e che l'interrogatorio è stato condotto da due magistrati, è stato registrato e ne è stato redatto verbale integrale". "Gli indagati - si precisa ancora - sono stati avvertiti dei loro diritti". La procura generale fa infine sapere che "le indagini proseguono per accertare chi, per quali ragioni e per disposizione di quale autorità abbia bendato l'indagato e abbia ritenuto di tenere l'indagato in manette; si accetteranno - è la conclusione - anche eventuali responsabilità per omessa vigilanza".