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Polemiche e scontri nel 4 luglio di Trump

Silvia Sfregola
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Il presidente americano Donald Trump parla alla nazione ma evita politica in occasione della festa del 4 luglio. Il magnate elogia i militari e gli eroi americani degli ultimi due secoli e mezzo in un lungo discorso patriottico a Washington. "Che grande Paese", esclama Trump, "per gli americani, nulla è impossibile", aggiunge. Fino ad arrivare a promettere che presto gli Usa manderanno di nuovo uomini sulla Luna, oltre a piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte. "Saremo sempre il popolo che ha sconfitto un tiranno, ha attraversato un continente, ha sfruttato la scienza, ha preso il volo e si è librato nei cieli, perché non dimenticheremo mai che siamo americani e il futuro ci appartiene". Nonostante dal suo discorso, come da tradizione, sia rimasta fuori la propaganda politica, non sono mancati proteste e scontri. Manifestanti anti-Trump hanno bruciato una bandiera americana fuori dalla Casa Bianca e poi si sono scontrati con i sostenitori del presidente poco prima dell'inizio del discorso. Le proteste, secondo quanto riporta la Cnn, si sono trasformate in scontri violenti a pochi isolati dalla folla che si era radunata per assistere al discorso del quarto luglio e ai fuochi d'artificio sul National Mall. Guidati dall'attivista Joey Johnson, un gruppo del Partito Comunista Rivoluzionario ha bruciato la bandiera cantando "l'America non è mai stata grande" e "brucia, piccola, brucia", mentre i servizi segreti intervenivano per spegnere le fiamme. Subito dopo, lo scontro corpo a corpo fra i manifestanti e i sostenitori di Trump. In diversi, fra cui Johnson, sono finiti in manette. Alla fine, secondo i servizi segreti, gli arresti sono stati due.

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