paese nel caos
Alta tensione Usa-Russia sul Venezuela. Nuovi scontri: due morti
Nicolas Maduro resta al potere ma Juan Guaidó non è intenzionato a cedere: "Continueremo ad andare avanti più forti che mai", ha twittato l'autoproclamato presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, incitando il popolo a non mollare. Dopo gli scontri violenti di martedì, ieri è andata in scena l'ennesima giornata di manifestazioni e proteste in tutto il Paese, comprese quelle dei sostenitori di Maduro, che ha ribadito di aver fermato un "tentato golpe". Ma a far salite la tensione ha contribuito anche il botta e risposta tra Washington e Mosca. In una telefonata al segretario di Stato Mike Pompeo, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, dopo che in mattinata, parlando a Fox Business Network, lo stesso Pompeo non aveva escluso l’intervento dell’esercito americano qualora fosse “necessario” per ripristinare l'ordine in Venezuela. Nella telefonata, riportata dalla Tass, Lavrov ha spiegato che “l'intervento di Washington negli affari interni di uno stato sovrano e le minacce contro la sua amministrazione costituiscono una evidente violazione del diritto internazionale" e che “ulteriori misure aggressive avranno le conseguenze più drastiche". "Un'influenza esterna distruttiva, tanto più se politica, non ha nulla a che vedere con un processo democratico", ha scandito il ministro russo. Pronta la replica di Pompeo che ha accusato la Russia e Cuba di stare "destabilizzando" il Venezuela mentre contro Cuba si è pronunciato in un tweet lo stesso Trump, avvertendo che "se le truppe e le milizie cubane non cesseranno immediatamente le operazioni militari e di altro tipo con lo scopo di causare la morte e la distruzione della Costituzione venezuelana, verrà imposto, insieme alle più alte sanzioni, un embargo totale sull'isola di Cuba”. GLI SCONTRI - Un giovane uomo di 24 anni e una giovane donna di 27 anni sono morti negli scontri che sono continuati anche ieri. Samuel Mendez, 24 anni, è morto ad Aragua, mentre Jurubith Rausseo è morta ad Altamira. Il leader dell'opposizione, Juan Guaidó, che ha dato la notizia su Twitter, parla di un "regime che ha perso il controllo" e denuncia che 23 delle 97 manifestazioni che si sono svolte il primo maggio nel paese sono state brutalmente represse, 32 persone detenute e 25 ferite. L'Observatorio Venezolano de Conflictividad Social ha riferito che ci sono stati 130 feriti in tutto il paese per pallottole o gas lacrimogeni. L'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani si è detto "estremamente preoccupato per le informazioni relative all'uso eccessivo della forza da parte delle forze dell'ordine contri i manifestanti".