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Sri Lanka, i morti sono 310. Gli 007 sapevano dell'attacco

Davide Di Santo
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È salito a 310 il numero dei morti nello Sri Lanka negli attacchi di Pasqua. Lo hanno riferito fonti di polizia, precisando che oltre 500 persone si trovano ancora ricoverate in ospedale. Intanto oggi è giornata di lutto nazionale in tutto il Paese in memoria delle vittime: sono stati osservati tre minuti di silenzio, mentre hanno cominciato a svolgersi i primi funerali. Altri dieci sospetti sono stati arrestati nello Sri Lanka in relazione agli attacchi contro chiese e hotel nel giorno di Pasqua. Lo ha riferito l'emittente News 1st, secondo cui sale a 40 il numero delle persone arrestate da domenica.  Non si arrestano le polemiche sugli allarmi inascoltati. "Gli attacchi non sono stati un fallimento dei servizi segreti del paese, ma una mancanza di circolazione interna delle informazioni a persone capaci di agire", ha detto in un'intervista il ministro delle Riforme economiche e della distribuzione pubblica dello Sri Lanka Harsha De Silva. "C'è stato un colossale fallimento nella comunicazione dell'intelligence alle persone giuste che avrebbero potuto prendere misure per impedire almeno in parte quello che è successo", ha detto De Silva alla CNN lunedì. De Silva ha sostenuto che la tragedia non è un fallimento dei servizi segreti dello Sri Lanka, che sono stati informati dai loro omologhi americani e indiani giorni prima dell'attacco.  "Avevano informazioni, stavano collaborando con agenzie di intelligence locali e straniere e noi abbiamo ricevuto informazioni dall'estero che qualcosa di terribile sarebbe successo", ha detto De Silva. "Un promemoria era stato inviato al Ministero della Difesa che lo indirizzò poi all'Ispettore Generale della Polizia, che poi lo ha inviato a varie altre persone, quindi non c'è stato un fallimento dell'apparato di intelligence. E 'stato un fallimento di attuazione di ciò che doveva essere attuato. Quindi, la domanda è perché non è stato fatto".

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