Libia, si aggrava il bilancio di morti e feriti
I dati dell'Oms sulla battaglia di Tripoli: "Ripetuti attacchi contro i mezzi degli operatori sanitari"
Il maresciallo della Cirenaica, Khalifa Haftar, arretra a Tripoli ma incassa l'appoggio del Cairo. Il comandante dell'Esercito nazionale libico è volato, a sorpresa, dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi che si è apertamente schierato con lui. L'Egitto «conferma il sostegno agli sforzi per combattere il terrorismo, i gruppi estremisti e le milizie per ottenere la sicurezza e la stabilità per i cittadini libici e per consentire la creazione di uno stato civile, stabile e sovrano», ha fatto sapere la presidenza egiziana in una nota stringata ma inequivocabile. Gli sforzi citati non sembrano dare i risultati cercati da Haftar sul campo di battaglia. Le sue truppe non avanzano verso Tripoli e ricorrono a bombardamenti che non hanno risparmiato scuole e ambulanze. L'Onu - secondo la quale, oltre a una scuola deserta ad Ain Zara, sono state colpite anche otto ambulanze - ha giudicato i raid «gravi violazioni delle leggi internazionali» e aggiunge che saranno «segnalati al Consiglio di sicurezza e alla Corte penale internazionale». Il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi: secondo i numeri dell'Oms sono 121 i morti e 526 i feriti. Da Bengasi però arrivano altri numeri: secondo fonti mediche dell'ospedale Al Jalaa, sono almeno 100 i soldati di Haftar caduti in battaglia. Si sono invece salvati i due piloti che erano a bordo del caccia abbattuto dalla contraerea di Tripoli su Ain Zara. Le forze di Tripoli hanno comunicato il suo abbattimento, il portavoce dell'Esercito nazionale libico ha invece riferito che il jet è precipitato per un guasto. A pagare il prezzo più caro sono ancora una volta i cittadini libici. Il numero degli sfollati è schizzato a 16 mila. Secondo i dati forniti dall'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari, solo nelle ultime 24 ore circa 2 mila persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni. Le Ong continuano a esprimere forte preoccupazione per il destino delle centinaia di rifugiati rinchiusi nei campi di detenzione nei pressi della capitale. Sul fronte diplomatico, Roma domani avrà ruolo centrale: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riceverà il vice premier del Governo di accordo nazionale di Tripoli, Ahmed Maitig, e il ministro degli Esteri qatariota, nonchè delegato del dossier libico, Mohammed Al Thani.