l'altra faccia della malattia
Greta e la sindrome di Asperger: mi ha aiutato, penso e lavoro in modo diverso
Greta Thunberg ha spiegato che l’impegno che l’ha portata a guidare un movimento giovanile globale contro i cambiamenti climatici nasce anche un po' dal disturbo che la affligge, la sindrome di Asperger. «Non credo sarebbe stato possibile senza», ha dichiarato in un’intervista allo Young Post, sito web del South China Morning Post. «Lavoro e penso in maniera un po' diversa», ha riconosciuto la 16enne attivista svedese, «mentre era facile per chiunque altro dimenticare questa terribile immagine di un orso polare che muore di fame, mostrataci in classe, io non sarei più in grado di guardarmi allo specchio, se lasciassi perdere». Parlando via Skype a pochi giorni dal venerdì che ha portato centinaia di migliaia di studenti in sciopero in almeno 1693 città di 106 Paesi, Greta ha spiegato anche cosa farebbe se per tre giorni fosse a capo del nel intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite. «Il primo giorno spiegherei che una crisi è imminente e che dobbiamo agire di conseguenza. Il secondo giorno dichiarerei uno stato di emergenza internazionale e stabilirei un "carbon budget" globale basato sulla giustizia climatica, e calcolare i numeri per i Paesi ricchi sarebbe la mia priorità. L’ultimo giorno farei sapere a tutti che solo la democrazia, assieme alla scienza e alla buona volontà tra le nazioni, ci possono salvare, perchè sono le tre pietre angolari della società». Greta Thunberg ha promesso di essere intransigente anche con il proprio Paese: «Sciopererò ogni venerdì finchè la Svezia non sarà in linea con l’accordo di Parigi e spero che i bambini di tutto il mondo facciano lo stesso», ha proseguito nell’intervista condotta via Skype con il sito web di Hong Kong, regione amministrativa speciale della Cina, che è il primo Paese al mondo per emissioni di gas serra, e da solo contribuisce al 27% delle emissioni a livello globale, secondo le stime del World Resources Institute. Anche la Cina è stata interessata dagli scioperi studenteschi del Fridays for Future, in misura minore rispetto ad altri Paesi: sono stati cinque nella Cina continentale, ma uno di questi è stato cancellato all’ultimo minuto e gli studenti si sono, invece, vestiti di nero in segno di solidarietà con i coetanei che hanno scioperato. «Il minimo che la vecchia generazione possa fare per noi bambini è di farci protestare contro la loro inattività, e dal momento che è il nostro futuro, non possiamo lasciare che nessuno ci dica cosa fare quando stiamo cercando di salvarlo», ha detto Greta. «In più, il resto del mondo deve fortemente sostenere quei bambini a cui non è permesso protestare». Durissimo il giudizio su chi non agisce contro il cambiamento climatico e non sostiene la sua iniziativa. «Se non si assumono la responsabilità delle loro azioni, saranno ricordati come i peggiori malvagi della Storia». La sua battaglia coinvolge anche il suo stile di vita e la sua famiglia. «Ho smesso di volare e di comprare nuove cose, a meno che non sia assolutamente necessario», ha proseguito la giovane attivista. «Sono anche diventata vegana, i miei genitori ci hanno provato, ma lo trovano molto difficile», ha aggiunto. La madre, la cantante d’opera Malena Ernman, ha deciso di non esibirsi più all’estero per ridurre il suo impatto sull’inquinamento globale. Allo Young Post, Greta ha anche ricordato la sua esperienza al World Economic Forum di Davos, dove è arrivata in treno dopo un viaggio di 32 ore e durante il quale ha dormito in una tenda «in contrasto con altri partecipanti» che hanno viaggiato su jet privati e hanno pernottato in alberghi di lusso. «È davvero bello viaggiare in treno. Mi piacerebbe visitare Hong Kong un giorno, prendendo la transiberiana».