Il disastro in etiopia

Tutta l'Europa lascia a terra i Boeing 737 Max 8

Davide Di Santo

Si riduce sempre più lo spazio aereo in cui gli aerei Boeing 737 Max sono autorizzati a volare, dopo il disastro aereo che in Etiopia è costato la vita a 157 persone, fra cui otto italiani. Lo stop è arrivato martedì sera e riguarda tutta Europa, quando l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha annunciato la «misura di precauzione»: niente più aerei dei modelli 737-8 Max e 737-9 Max in Europa, a partire dalle 20 italiane. Siano essi in arrivo, in partenza o in sorvolo, appartenenti a Paesi europei o terzi. Poco prima era arrivato l’annuncio dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) che, citando «il perdurare della mancanza di informazioni certe in merito alla dinamica dell’incidente della Ethiopian Airlines», aveva deciso la chiusura dello spazio aereo italiano dalle 21 a tutti i voli commerciali con 737 Max. Durante la giornata annunci analoghi si erano susseguiti a pioggia da tutto il mondo, in un trend iniziato già lunedì. Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Irlanda, Olanda sono tra i Paesi che hanno vietato il 737-8 Max oppure entrambi i modelli, con Australia, Singapore, Oman, Indonesia, Malesia, India, Cina (alle cui compagnie sono stati consegnati 73 Boeing della famiglia 737 Max). L’incidente di domenica in Etiopia è avvenuto soli sei minuti dopo il decollo da Addis Abeba. Il pilota, già in volo, aveva segnalato «difficoltà» e chiesto di rientrare nell’aeroporto di partenza, ma non è riuscito a tornare. Saranno probabilmente le scatole nere, recuperate lunedì, a rivelare le cause dell’incidente. Che è stato il secondo del genere per il velivolo del colosso aerospaziale statunitense in cinque mesi: nell’ottobre scorso in Indonesia era precipitato un aereo di Lion Air dello stesso modello, causando la morte di 189 persone. Non ci sono prove di una connessione, ma la pressione su Boeing è enorme. Anche numerose compagnie hanno annunciato la sospensione all’uso dei loro Boeing 737 Max, fra cui Air Italy dei suoi tre Max-8, Turkish Airlines (11 aerei Max-8 e un Max-9), la low cost Norwegian Air Shuttle, la sudcoreana Eastar Jet e la sudafricana Comair, Aerolineas Argentinas ed Ethiopian Airlines, la tedesco-britannica Tuifly. Negli Stati Uniti, invece, sembra che la fiducia nel velivolo Boeing resti intatta, mentre la compagnia ha diffuso una nota in cui ha fatto sapere di non ritenere necessarie nuove linee guida per i suoi clienti. «La sicurezza è la priorità numero 1 di Boeing e abbiamo piena fiducia nella sicurezza del 737 Max», ha scritto, sottolineando che «a questo stadio la Federal Aviation Administration (Faa) degli Stati Uniti non sta chiedendo alcuna ulteriore azione». Lunedì la Faa aveva ordinato a Boeing di migliorare i software dei sistemi antistallo e il sistema di manovra, entro la fine di aprile. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è intervenuto su Twitter: «Gli aerei stanno diventando troppo complessi da pilotare. Non servono piloti ormai, ma informatici del Mit», ha scritto, sottolineando che «la complessità crea pericoli» e che «spesso ciò che è vecchio e semplice è migliore».