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Aereo si schianta dopo il decollo. Anche tre romani tra le 157 vittime

Si tratta di Virginia Chimenti, Maria Pilar Buzzetti e Paolo Dieci. Il Boeing 737 dell'Ethiopian Airlines è precipitato lungo la tratta tra Addis Abeba e Nairobi. A bordo volontari di una onlus di Bergamo diretti in Kenya per una conferenza dell'Onu

Carlo Antini
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Un assessore regionale, tre volontari di una onlus di Bergamo, un nome importante del mondo del terzo settore e tre donne legate a programmi dell'Onu. Sono otto gli italiani morti nel disastro aereo dell'Ethiopian Airlines precipitato poco dopo il decollo dall'aeroporto di Addis Abeba e in volo verso Nairobi. A perdere la vita Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale e assessore regionale in Sicilia. L'elenco continua con tre volontari dell'associazione bergamasca "Africa Tremila": il presidente Carlo Spini e la moglie Gabriella Viciani, toscani di San Sepolcro e il tesoriere dell'associazione, il commercialista di Bergamo Matteo Ravasio. Tra le persone uccise nello schianto tre donne impegnate in attività legate ad Agenzie Onu: Virginia Chimenti, Rosemary Mumbi e Maria Pilar Buzzetti e Paolo Dieci, residente a Roma, presidente della Ong Cisp che ha dato l'annuncio della scomparsa con una nota diffusa sul proprio portale web. A quanto pare le vittime stavano raggiungendo Nairobi per partecipare alla Conferenza internazionale sull'Ambiente Organizzata dalle Nazioni Unite. Era decollato appena 6 minuti prima da Addis Abeba il Boeing 737 di Ethiopian Airlines che si è schiantato in Etiopia uccidendo tutte le 157 persone a bordo. Tra loro anche otto italiani, fra cui l'archeologo Sebastiano Tusa, assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia. Il suo decesso è stato confermato dal presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha citato la Farnesina, mentre media locali hanno parlato del possibile coinvolgimento di alcuni bergamaschi, legati a una onlus, diretti a Nairobi per l'assemblea annuale dello Un Environment Programme. La causa del disastro per il momento non è nota; le immagini e i filmati del luogo dello schianto mostrano campi aperti in cui si vede un grande cratere, in cui sono sparsi piccoli rottami e resti. Ethiopian Airlines, la compagnia di Stato etiope nonché la più grande dell'Africa, ha ricostruito i fatti: il Boeing 737-800MAX è decollato alle 8.38 (le 6.38 italiane) dall'aeroporto internazionale di Addis Abeba, con destinazione Nairobi, e dopo sei minuti ha «perso contatto». L'arrivo sarebbe stato previsto nella capitale del Kenya alle 10.25 locali, le 8.25 italiane, ma il velivolo è precipitato vicino al villaggio di Tulu Fara, fuori da Bishoftu, una sessantina di chilometri da Addis Abeba. Alcune ore dopo l'incidente, il vettore ha confermato l'assenza di sopravvissuti, specificando che 149 persone erano passeggeri e otto erano membri dell'equipaggio. Secondo la lista, le persone a bordo avevano 32 diverse nazionalità: oltre agli italiani, 32 kenyoti, 18 canadesi, 9 etiopi, 8 cinesi, 8 statunitensi, 7 francesi, 7 britannici, 6 egiziani, 5 olandesi, 4 persone con passaporti Onu, 4 indiani, poi cittadini di Austria, Svizzera, Russia, Marocco, Spagna, Israele, Belgio, Indonesia, Uganda, Yemen, Sudan, Serbia, Togo, Mozambico, Rwanda, Somalia, Norvegia, Irlanda. Parlando ai giornalisti nella capitale etiope, il ceo del vettore Tewolde GebreMariam ha fornito l'elenco delle nazionalità, poi ha spiegato che l'aereo, consegnato all'Etiopia il 15 novembre, era arrivato senza problemi da Johannesburg poche ore prima del decollo. Era rimasto per tre ore nello scalo, prima di essere autorizzato a ripartire verso Nairobi perché considerato in regola. Il pilota, ha anche detto GebreMariam, in volo aveva lanciato l'allarme: «Ha detto di aver avuto difficoltà e di voler tornare, ed è stato autorizzato» a rientrare ad Addis Abeba. Investigatori etiopi e statunitensi indagheranno sullo schianto, ha anche sottolineato. Il Boeing 737-800MAX è lo stesso tipo di aereo che, nella flotta dell'indonesiana Lion Air, precipitò nell'ottobre scorso 13 minuti dopo il decollo da Giacarta, uccidendo tutte le 189 persone a bordo. L'incidente più grave di un aereo passeggeri della compagnia Ethiopian Airlines è invece stato quello di un Boeing 737-800 che esplose in Libano dopo il decollo nel 2010, uccidendo 90 persone. Boeing ha diffuso una nota in cui esprime rammarico per l'incidente in Etiopia e si rende disponibile a «fornire assistenza tecnica su richiesta e sotto la direzione dello US National Transportation Safety Board». Intanto, polizia ed esercito sono sul luogo dello schianto, così come membri dell'agenzia dell'aviazione civile etiope.

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