ultimo appello
"È disperata". Tentativo estremo della May sulla Brexit
Brexit, ultima chiamata: Theresa May prova a fare breccia nell'Ue e nel parlamento britannico per convincere la prima ad accettare le mofifiche al backstop e il secondo ad approvare il piano della premier britannica. «Andiamo oltre i litigi, oltre l’asprezza del dibattito e andiamo fuori dalla Ue come un Paese unito, pronto a fare del suo futuro un successo», ha detto May in un discorso pronunciato a Grimbsy, nel Lincolnshire, zona che ha votato a favore della Brexit. «La Brexit non appartiene ai deputati in Parlamento, ma a tutto il Paese», ha continuato, citata da Sky News, «e appartiene alle persone che hanno votato a suo favore e che vogliono vederla applicata, in modo che tutti possiamo procedere verso un futuro prospero». «Questo futuro», ha sottolineato May, «appartiene anche a quelli che hanno votato contro la Brexit e che si aspettano che i politici raggiungano un compromesso ragionevole per riportare il nostro Paese di nuovo unito». La premier - il cui discorso oggi è stato presentato dai media britannici come l’ultimo appello sia all’Ue che al Parlamento per assicurarsi un accordo in tempo per l’uscita dall’Unione prevista per il 29 marzo - ha anche ribadito che la Brexit «non influenzerà il nostro impegno» per il rispetto dell’Accordo del Venerdì Santo, ma che un rinvio dell’uscita «potrebbe portare a un secondo referendum». L’approvazione dell’intesa, invece, «darebbe una spinta all’economia britannica». Il primo a non esser convinto è il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, che ha definito «disperato» il discorso di May. Corbyn ha anticipato che il Labour «non appoggerà» l’accordo della May il 12 marzo ai Comuni, mentre il giorno dopo voterà l’emendamento «per eliminare dal tavolo l’opzione del no deal» e presenterà di nuovo il suo piano B, con proposte come la permanenza nell’unione doganale e maggior accesso al mercato unico. «Ho portato queste proposte alla Ue, sono una buona base negoziale», ha detto, citato da Sky News; ha poi invitato May a riconoscere che la proposta laburista potrebbe rappresentare un accordo su cui c’è il consenso della maggioranza dei Comuni. La «priorità del Labour - ha aggiunto - ora è fermare una Brexit senza accordo», ma il suo partito «non fa marcia indietro» rispetto all’impegno su un secondo referendum. Tornando alla premier, May intende parlare al telefono con i leader dell’Unione europea questa sera e nel fine settimana, ma non ha in programma di recarsi a Bruxelles per provare a ottenere concessioni dell’ultimo minuto.