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Guaidò non esclude l'intervento militare Usa

Per cacciare Maduro

Silvia Sfregola
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Mentre il presidente in carica del Venezuela Nicolas Maduro promette di bloccare l'ingresso di aiuti umanitari provenienti dagli Usa, dicendosi da giorni convinto che siano il preludio a un intervento militare, una svolta giunge dall'oppositore Juan Guaido. Autoproclamatosi presidente lo scorso 23 gennaio, Guaido si è rifiutato di escludere la possibilità di autorizzare un intervento militare degli Stati Uniti per contribuire a rimuovere Maduro dal potere e alleviare la crisi umanitaria. Nel corso di un'intervista rilasciata ad AFP, rispondendo alla domanda sul se la sua "mano non tremerebbe davanti alla possibilità di autorizzare un intervento militare degli Stati Uniti", Guaido ha risposto: "Faremo tutto il possibile. È una questione evidententemente molto controversa, ma facendo uso della nostra sovranità, esercitando le nostre prerogative, faremo il necessario". Dall'altro canto la posizione di Maduro: "Il Venezuela non tollererà lo show dei presunti aiuti umanitari, perché non siamo dei mendicanti", ha detto tornando ad accusare gli aiuti, chiesti da Guaido, di essere un cavallo di Troia degli Usa per l'intervento militare nel Paese ricco di petrolio. Le dichiarazioni di Maduro giungevano dopo l'arrivo di un primo carico di aiuti umanitari Usa nella città colombiana di Cucuta, vicino alla frontiera con il Venezuela. Secondo Guaido - che è stato già riconosciuto da 40 Paesi, fra gli Usa in testa e di cui 20 dell'Ue - il primo tentativo di far entrare gli aiuti in Venezuela dovrebbe giungere la prossima settimana. Il Venezuela, in preda alla più grave crisi economica della sua storia recente, è colpito da gravi carenze di cibo, medicine e prodotti di base. Dal 2015, oltre due milioni di persone sono fuggite dal Paese.

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