crisi con la francia
"Attacchi senza precedenti". Macron furioso richiama l'ambasciatore a Roma
Italia e Francia ai ferri corti. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, proprio non ha mandato giù la sortita parigina di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista con i rappresentanti dei Gilet gialli e del partito di opposizione, Ric, tanto da richiamare per consultazioni l'ambasciatore in Italia. "Le ultime ingerenze costituiscono una provocazione inaccettabile", tuonano dall'Eliseo. La mossa politica del Movimento 5 Stelle viene considerata la classica goccia che fa traboccare il vaso: "Da vari mesi siamo oggetto di accuse ripetute, attacchi senza fondamento, dichiarazioni oltraggiose", insistono i cugini d'Oltralpe, "questo non ha precedenti, dalla fine della guerra". Una presa di posizione che spiazza la maggioranza in Italia. Il primo a reagire è Matteo Salvini, di solito fiero oppositore di Macron nel dibattito europeo, che stavolta indossa l'inedita veste del pompiere: "Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche", garantisce, offrendo la massima disponibilità "a incontrare il presidente della Repubblica e il governo francese" per "voltare pagina per il bene del nostro popolo". Addirittura invita "il mio collega francese a Pescara, la prossima settimana, per risolvere ogni problema". Reazione diametralmente opposta, invece, quella del socio Di Maio: "Il mio incontro come capo politico del M5S è pienamente legittimo", sbotta, assicurando che "non è una provocazione". Anzi, rivendica "il diritto di dialogare con altre forze politiche", facendo notare che lo stesso accade tra En Marche e il Pd. Il ministro del Lavoro, però, lascia una porta aperta: "Il governo applica sempre il principio di non ingerenza negli affari interni di un'altra nazione", dunque "siamo disponibili a un incontro per risolvere le problematiche". Il premier, Giuseppe Conte, si affretta a gettare secchi d'acqua sul fuoco. "Il rapporto tra i nostri Paesi ha radici antiche e non è messo in discussione", garantisce da Beirut. Confidando "che si possa chiare la situazione", perché "Di Maio ha agito come capo politico" del suo movimento. A dargli manforte è il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi: "La difesa e il confronto sui rispettivi interessi e punti di vista, nonché dibattito per le prossime elezioni europee non possono incidere e non incideranno sulle solide relazioni che ci uniscono da decenni". La mediazione del presidente del Consiglio servirà a non far salire ancora di più la tensione. Soprattutto dopo le uscite di Alessandro Di Battista, che suggerisce a Macron di "richiamare in Francia quei dirigenti che dettano ancora legge nelle banche centrali africane", anziché il suo ambasciatore in Italia. La vicenda fornisce uno spunto importante anche alle opposizioni. Il deputato e candidato segretario del Pd, Maurizio Martina, prende carta e penna e scrive direttamente al capo dello Stato francese, per fargli sapere che "il nostro Paese non è questo", ma ci sono "tantissimi italiani oggi che non si riconoscono negli attacchi ingiustificati e gratuiti dell'attuale governo". Affonda il colpo anche Forza Italia: "In questo momento il nostro Paese è già isolato in Europa e nel mondo. Spero che Salvini rimedi con la Francia, visto che ha già programmato la prossima settimana un incontro con l'omologo francese", dice Silvio Berlusconi dall'Abruzzo. Gli industriali francesi e italiani, invece, rivolgono un appello a Conte e Macron per un "dialogo costruttivo e un confronto". Infine, i Gilet gialli hanno deciso di sbarcare a Sanremo "per dimostrare che i contatti del governo italiano con la lista di Ingrid Levavasseur non sono in alcun modo rappresentativi" del loro movimento e che "i cittadini francesi e italiani sono uniti nelle difficoltà di tutti i giorni", scrive su Facebook uno dei leader, Nicolle Maxime. Che ad accoglierli nella città del Festival della canzone non troverà Di Maio.