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Bruxelles avverte l'Italia sulla Tav: "Con ritardi fondi a rischio"

La Commissione europea: "Potremmo chiedervi la restituzione dei soldi"

Carlo Antini
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Non si allentano le tensioni nel governo sulla Tav. E oggi a scendere in campo è l'Europa che avverte: i fondi sono a rischio se continuano i ritardi. «Non possiamo escludere che, in caso di ritardi prolungati» dei lavori della Tav Torino-Lione, «dovremo chiedere all'Italia di restituire i contributi già versati» dall'Ue per cofinanziare l'opera, afferma un portavoce della Commissione Europea. Per la Tav sono stati approvati cofinanziamenti per 813,8 milioni di euro: se i ritardi dell'opera, che già ci sono a causa del blocco dei cantieri, si protrarranno, c'è il rischio che i fondi che non si riesce a impiegare in Italia vengano riallocati ad altri progetti della rete Ten-T, fuori dal nostro Paese. L'Italia rischia di dover rimborsare circa 500 milioni di euro, ma il conto potrebbe salire ulteriormente e avvicinarsi a 1,2 miliardi, se si tiene conto delle risorse nel bilancio Ue ancora disponibili per la Tav fino al 2020 e che verrebbero dunque riviste o cancellate. Immediata la replica del ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli: «Analisi costi benefici su # Tav è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione», scrive su Twitter. Toninelli già prima dell'intervento dell'Ue aveva assicurato che «i soldi non li perdiamo se non facciamo» l'opera. E la sua posizione è chiara: «L'Italia ha bisogno della manutenzione dell'esistente. Nè le persone nè le merci ci passeranno mai, perchè chi se ne frega di andare a Lione, lasciatemelo dire. A Torino serve di più una Metro 2 che fare un buco inutile nella montagna. Servono le grandi opere necessarie». Il ministro ricorda che «a metà febbraio» andrà a Bruxelles «a consegnare tutto l'elaborato dopodichè nel giro 24 o 48 ore, tre giorni, comunque pochissimo, renderemo pubblica l'analisi costi-benefici, così gli italiani capiranno se quel buco serve oppure no». Toninelli è convinto che il governo «non cadrà sul Tav. Con la Lega - aggiunge - stiamo trovando sintesi in tutti gli argomenti che abbiamo trattato anche se sono fuori dal contratto di governo. Il Tav è divisivo, ma sono convinto che quando diremo carte alla mano se è conveniente o non conveniente» si prenderà una decisione. «Non abbiamo nessun pregiudizio, spero che anche la Lega non abbia pregiudizi», conclude.Ma sulla Torino-Lione è ancora scontro nell'esecutivo. «Voglio risolvere i problemi e finire le opere lasciate a metà. Se costa più fermare un'opera e tornare indietro che finirla e andare avanti togliendo Tir dalle strade, inquinamento dall'aria e aiutando imprenditori e pendolari, non capisco perchè bisogna fermarsi», ribadisce il vicepremier Matteo Salvini. «Di Maio dice che finchè è al governo non si farà? Mi spieghi perchè. Non ci sono - aggiunge - tifosi del sì e del no. Mi spieghi perchè, numeri alla mano, è sconveniente usare treni veloci che ci collegano al resto del mondo risparmiando inquinamento e risparmiando quattrini». Per Di Maio «il governo non è in discussione. In questo momento sono in discussione alcuni temi sui quali non siamo mai stati d'accordo. Per noi questo governo deve andare avanti - conclude - ma sulle cose su cui siamo d'accordo, tra le quali non c'è la Tav in Val di Susa».

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