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Nucleare, Trump sospende il trattato. Washington accusa Mosca: "Violato"

Donald Trump

Confermato il ritiro dal trattato Inf firmato da Reagan e Gorbaciov del 1987: "La Russia lo viola da sempre"

Silvia Sfregola
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Gli Usa hanno ufficialmente imboccato la strada dell'addio al trattato sul disarmo nucleare che 32 anni fa aveva messo fine alla guerra fredda. «Domani gli Stati Uniti sospendono i loro obblighi ed inizieranno il loro ritiro dal Trattato Inf» (Intermediate-range Nuclear Forces Treaty, trattato sulle forze nucleare intermedie), afferma il presidente Donald Trump in un comunicato, diffuso poco dopo l'annuncio in questo senso del suo segretario di Stato: «Le violazioni della Russia mettono a rischio le vite di milioni di europei e americani», ha spiegato Mike Pompeo: «Dobbiamo reagire a questa minaccia». Ma al tempo stesso Washington ricorda che, secondo le disposizioni dello stesso Trattato, vi sono sei mesi di tempo prima che il ritiro dallo stesso diventi effettivo. Cosa che accadrà, ribadisce il capo della Casa Bianca, «a meno che la Russia non rispetti i suoi doveri distruggendo tutti i missili e gli equipaggiamenti che violano l'intesa». Washington, ha sottolineato ancora Pompeo «è pronta a discutere con la Russia il tema del disarmo con negoziati che rinforzino la sicurezza degli Stati Uniti e dei loro alleati», a condizione che i risultati possano essere «pienamente verificati». «È la loro ultima chance», si insiste a Washington, mentre dalla Nato arriva il «pieno appoggio» con il segretario generale Jens Stoltenberg. Nello specifico, l'accusa che Washington rivolge a Mosca è quella di violare il trattato con i suoi missili da crociera 9M729: secondo gli Usa hanno un raggio che supera i 2600 chilometri, e dunque sarebbero in grado di colpire le maggiori capitali europee. La Russia, al contrario, sostiene che il 9M729 ha un raggio inferiore ai 500 chilometri, e dunque rientrerebbe nei limiti previsti dall'intesa sottoscritta nel 1987 da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov, che vieta la costruzione di missili con un raggio tra i 500 e 5500 chilometri. È stato all'inizio dello scorso dicembre che gli Usa avevano posto alla Russia un ultimatum. Ma le discussioni in tema sia a Ginevra che in ambito Onu non hanno avuto alcun esito. Da Mosca arrivano segnali contrastanti: da una parte la Russia, come ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, accusa gli Usa di «strategia per affrancarsi dai propri obblighi internazionali», e chiede a Washington di mostrare le prove delle presunte violazioni («delle immagini satellitari, delle testimonianze, non bastano i tweet»), dall'altra fa capire di non escludere la possibilità di rimettersi al tavolo dei negoziati. E si tratta di un canale che la Germania, da parte sua, intende lasciare aperto: «Appare chiaro che la Russia ha violato il trattato», ha detto la cancelliera Angela Merkel, «ed è proprio per questo che noi intendiamo continuare a parlare con la Russia. Faremo di tutto per utilizzare i sei mesi a disposizione per continuare i colloqui».

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