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L'ambasciatore nordcoreano a Roma ha disertato "È sparito con la moglie"

Jo Song-il fuggito a novembre, prima della scadenza del mandato

Davide Di Santo
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Il diplomatico nordcoreano Jo Song-il, ambasciatore facente funzioni della Corea del Nord in Italia, ha disertato e ha chiesto asilo politico a un imprecisato Paese europeo, secondo quanto riporta la stampa sudcoreana. Il quotidiano di Seul JoongAng Ilbo, che cita fonti diplomatiche, riferisce che Jo Song-il ha chiesto asilo con la famiglia il mese scorso e che le autorità italiane gli avrebbero offerto asilo in una località protetta. Fonti della Farnesina, tuttavia, hanno fatto sapere che non risulta alcuna richiesta di asilo in Italia. La Corea del Sud conferma la diserzione per mezzo di un deputato di Seul al termine di un'audizione a porte chiuse con uomini dell'intelligence sudcoreana. "Il mandato dell'ambasciatore facente funzione, Jo Song-il, scadeva alla fine di novembre ed egli è fuggito dall'ambasciata ai primi di novembre" con la moglie, Kim Min-ki, ha riferito il parlamentare ai giornalisti. L'incontro a porte chiuse tra i deputati sudcoreani e i servizi di intelligence a Seul è avvenuto dopo che il quotidiano, citando fonti diplomatiche, aveva rivelato che Jo Song Il ha chiesto asilo. Jo, 48 anni, era ambasciatore facente funzioni in Italia dall'ottobre del 2017, quando aveva preso il posto dell'ambasciatore Mun Jong Nam, espulso da Roma in segno di protesta per i test nucleari condotti da Pyongyang. Secondo la stampa sudcoreana, è il figlio o il genero di "uno dei più elevati dirigenti del regime nordcoreano". Si trovava a Roma in servizio alla missione diplomatica nordcoreana dal 2015. L'ultimo rappresentante nordcoreano di alto livello a disertare era stato nel 2016 l'ambasciatore a Londra, Thae Yong Ho. Quella in Italia è considerata una delle più importanti missioni della rete diplomatica nordcoreana perché tiene i rapporti tra Pyongyang e la Fao, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite (FAO), che aiuta la Corea del Nord a far fronte alle regolari carenze alimentari. Di solito i diplomatici nordcoreani devono lasciare a casa i familiari, spesso i figli, il che evidentemente scoraggia la loro fuga, una volta che sono all'estero. Forse per via dei suoi rapporti con gli alti 'papaveri' del regime, Jo era invece arrivato a Roma, nel maggio 2015, con moglie e figli.

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