Battisti latitante in Brasile, la polizia italiana a San Paolo per estradarlo
L'ex terrorista resta irrintracciabile
La polizia brasiliana continua le ricerche di Cesare Battisti, latitante dopo che il presidente uscente Michel Temer ha firmato un decreto di estradizione nei suoi confronti. Un giorno prima della firma, il giudice Luiz Fux del Supremo tribunale federale (STF) aveva emesso un ordine di arresto, per cui l'ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) è finito nelle liste dei ricercati di Brasile e Interpol. Intanto i media locali hanno riferito che un aereo militare italiano è fermo sulla pista dell'aeroporto internazionale di Guarulhos e agenti della polizia italiana sono a San Paolo, pronti a riportare il 63enne nel suo Paese d'origine, non appena sarà arrestato. Vicini di casa di Battisti a Cananeia, la cittadina sulla costa dello Stato di San Paolo dove vive, hanno raccontato di non averlo visto da quando Jair Bolsonaro il 28 ottobre ha vinto il secondo turno delle presidenziali. Di Battisti, condannato in Italia in contumacia all'ergastolo nel 1993 per avere commesso due omicidi e avere partecipato ad altri due negli anni di piombo, non si ha notizia. Il suo avvocato, Igor Tamasauskas, ha detto di non aver sapere dove possa trovarsi. "Lui conosce le conseguenze che affronterà se si consegnerà e se non si consegnerà, ora è una decisione privata, esclusivamente sua", ha affermato l'avvocato parlando con la Tv Globo. Venerdì la difesa dell'italiano ha anche depositato un ricorso contro l'arresto, che ai microfoni di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Tamasauskas aveva spiegato essere legato alla "precedente decisione dell'allora presidente Lula, 8 anni fa, di non concedere l'estradizione". La difesa ha anche presentato al STF un nuovo documento, per ribadire la richiesta che al presidente sia impedito di estradare Battisti sinché il ricorso non sia giudicato dalla plenaria del tribunale. Il futuro presidente, il politico d'estrema destra Jair Bolsonaro, ha più volte promesso di riconsegnare Battisti all'Italia, chiamandolo "terrorista". Bolsonaro in precedenza ha scritto su Twitter "Conta su di noi" al vicepremier Matteo Salvini, che aveva detto gli avrebbe reso "grande merito" se avesse aiutato "l'Italia ad avere giustizia, 'regalando' a Battisti un futuro nelle patrie galere". Venerdì dall'Italia è poi arrivato il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'omologo brasiliano Temer, per ringraziarlo per la "determinazione della sua decisione, che contribuisce a rendere giustizia alle vittime dei reati gravissimi per i quali Cesare Battisti è stato condannato e allo Stato italiano". Battisti, condannato in contumacia nel 1993, era evaso dal carcere di Frosinone nel 1981. Fuggito prima in Francia, poi in Messico, poi di nuovo in Francia dal 1990, nel 2004 era arrivato in Brasile. Qui è stato arrestato nel 2007, ma nel 2009 ha ricevuto asilo politico e il 31 dicembre del 2010 l'allora presidente Lula, nell'ultimo giorno di mandato, ha bloccato l'estradizione. L'ultimo arresto risale all'ottobre del 2017 alla frontiera con la Bolivia, con l'accusa di violazione delle norme sulle valute straniere e riciclaggio di denaro. È stato rilasciato poco dopo.