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Cesare Battisti: "Non scappo, da Bolsonaro solo fanfaronate"

Cesare Battisti durante la costruzione della sua casa di Cananeia, in Brasile (LaPresse)

Il terrorista rifugiato in Brasile: "Il presidente non può farmi niente. Mi protegge la Corte Suprema"

Davide Di Santo
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"Vado a San Paolo una volta al mese, cinque giorni al mese per ragioni mediche; questa volta anche per trattare la pubblicazione del mio libro. Sto tornando a casa come sempre, quindi non c'è niente di allarmante, non sto facendo niente oltre la routine". Così Cesare Battisti in un'intervista esclusiva al Giornale Radio Rai nega qualsiasi tentativo di fuga: "Nessuna fuga assolutamente, in Italia possono dire quello che vogliono. Io sto andando a casa ed è tutto tranquillo". Il neo presidente Jair Bolsonaro ha annunciato che concederà l'estradizione all'Italia per l'ex terrorista dei Pac che ha evitato l'ergastolo prima rifugiandosi in Francia, poi in Brasile. Dal giorno dopo il trionfo del candidato conservatore di Battisti si erano perse le tracce: i vicini non lo vedono da giorni. Alla domanda se dopo le elezioni per lui le cose si facciano più complicate Battisti ha risposto: "Lui può dire quello che vuole, io sono protetto dalla Corte Suprema. Le sue sono solo parole. Sono fanfaronate. Lui non può fare niente, c'è una giustizia, io per la giustizia sono protetto, è un processo giudiziario, lui non ha nulla a che vedere con questo". Non è preoccupato? "Assolutamente. Bolsonaro non penso abbia interesse a creare discordia tra tra il potere giudiziario e l'esecutivo. Si parla, ognuno può dire quello che vuole. Io non ho nessun problema". Come si spiega che la prima cosa che ha detto Bolsonaro al governo italiano riguardava proprio Lei? "Non lo so, io non sono nella testa di Bolsonaro". 

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