la catastrofe
Tifone killer, Filippine devastate
Il tifone Mangkhut ha raggiunto la terraferma colpendo le Filippine, dove ha provocato le prime vittime e costretto decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case. Poi ha lasciato l’arcipelago cominciando a dirigersi verso Hong Kong e le zone densamente popolate del sud della Cina. Il bilancio complessivo è attualmente di 15 morti, di cui fino a 14 nelle Filippine e uno a Taiwan. L’isola colpita delle Filippine è quella di Luçon, la più grande dell’arcipelago: è qui che il tifone, sul cui percorso si trovavano circa quattro milioni di abitanti (un quarto dei quali vive con pochi dollari al giorno), ha mietuto vittime. Fra loro, sei persone rimaste uccise in frane, una ragazza annegata e una guardia che è stata schiacciata da un muro che è caduto; a Taiwan invece la vittima è una donna che è stata spazzata in mare. A riferire il bilancio di fino a 14 morti nelle Filippine è stato il consigliere politico del presidente Rodrigo Duterte, Francis Tolentino. I venti fino a 330 chilometri orari e le forti piogge hanno portato distruzione: torrenti esondati, parti di colline franate a causa dell’acqua e case inondate. Sono oltre 105mila le persone fuggite dalle loro case nella regione, che è una delle principali aree di produzione di mais e riso del Paese. Una volta lasciate le Filippine, Mangkhut si muove verso il sud della Cina con venti che spirano a 160 chilometri orari e raffiche fino a 195 chilometri orari. Cathay Pacific, compagnia aerea di Hong Kong, ha annunciato che prevede l’annullamento di oltre 400 voli nei prossimi tre giorni. E l’Osservatorio meteorologico di Hong Kong ha invitato alla prudenza parlando di «minaccia considerevole» per le coste meridionali della Cina. Si tratta della tempesta più potente a colpire la regione nel 2018: «Fra tutti i tifoni di quest’anno Mangkhut è il più forte», spiega ad AFP Hiroshi Ishihara dell’agenzie meteorologica del Giappone. Ogni anno sulle Filippine si abbattono una ventina di tifoni e tempeste, che provocano centinaia di morti e aggravano le condizioni di povertà degli abitanti. A novembre del 2013 il tifone Haiyan colpì il Paese provocando oltre 7.350 morti: onde enormi, simili a quelle provocate da tsunami, devastarono la zona centrale al loro passaggio.