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Migranti, l'ultimo atto di Juncker: una polizia di frontiera Ue

Il presidente della Commissione europea si gioca il tutto per tutto

Silvia Sfregola
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Come ultimo atto, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker si gioca il tutto per tutto: tentare di dare una risposta europea ai flussi migratori dopo mesi in cui gli Stati membri, in particolare del sud, chiedono maggiore solidarietà e impegno. E, soprattutto, dopo l'ultima crisi scatenata, in parte, dal rifiuto dell'Italia di consentire lo sbarco di persone salvate in mare e, dall'altra, dall'ostruzionismo dei Paesi di Visegrad ad accogliere la loro quota di migranti. Nel suo ultimo discorso sullo Stato dell'Unione, che terrà mercoledì alla Plenaria dell'Europarlamento a Strasburgo, Juncker annuncerà l'intenzione della Commissione di approvare un progetto di legge per creare, per la prima volta, una vera polizia di frontiera europea, trasformando il controverso controllo dei flussi migratori irregolari in una competenza europea. Circa 10mila uomini con capacità di sorveglianza sul territorio europeo e poteri di partecipazione ad operazioni di rimpatrio dei migranti. Una notizia rilanciata dal quotidiano spagnolo El Pais secondo cui la Commissione è pronta a intervenire dopo che l'ultima emergenza migratoria ha dimostrato come la gestione nazionale dei flussi migratori sia diventata obsoleta e debba essere trasferita a una gestione centralizzata. Nel suo discorso dell'anno scorso, l'apertura commerciale era stata una delle basi dell'intervento di Juncker, come risposta al protezionismo portato avanti dal presidente americano Donald Trump. Ora, in vista del vertice dei Capi di Stato e di governo a Salisburgo, e a qualche mese dalle elezioni europee di maggio 2019, Bruxelles vuole cercare di dimostrare ai cittadini europei che il continente non resta fermo in balia dei flussi migratori incontrollati. Tentando, così, di sottrarre il tema della gestione dei migranti dalle forze populiste che stanno scuotendo l'Europa. Se, come previsto, verrà approvato, il piano porrà fine alla cessione di sovranità di una politica che ha mosso i primi passi con la creazione di Frontex nel 2004 e che è stata rafforzata nel 2016 dalla nuova Guardia europea di costa e frontiera, comunque soggetta al controllo delle autorità nazionali. La Guardia attuale conta circa 1.500 soldati e il suo intervento è soggetto alla richiesta dei paesi e alla collaborazione con alcune forze nazionali per un totale di oltre 100mila soldati. Bruxelles ha già proposto di aggiungere altri 10.000 uomini prima del 2020 e, con la proposta di mercoledì prossimo, fornire alla Guarda un comando centralizzato e ampi poteri. Juncker proporrà allo stesso tempo un miglioramento dei canali di emigrazione legale, al fine di facilitare l'ingresso in Europa attraverso canali prevedibili e controllati. Ma in questo caso le proposte saranno presentate sotto forma di 'Comunicazione', un formato molto minore rispetto al progetto legislativo di proteggere i confini.

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