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Raccoglie 400 mila dollari per il clochard. Ma i soldi spariscono

Kate McClure con il fidanzato Mark D'Amico

Angela Di Pietro
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Colpita dalla benevolenza di un clochard, che in una sera di ottobre del 2017 aveva speso tutti i suoi averi (venti euro) per consentirle di fare il pieno di gas, la signorina Kate McClure, 28 anni, aveva aperto un account pubblico allo scopo di racimolare qualche soldo da offrire al suo amico, di nome Johnny Bobbitt. Sta di fatto che, a distanza di undici mesi dall'apertura di “GOFUNDME”, benefattrice e beneficato si sono dichiarati guerra attraverso le aule dei Tribunali americani e (anche) nei salotti televisivi. Pare infatti che, secondo le accuse dell'ex marine Bobbitt, Kate avrebbe speso per sé (insieme al fidanzato Mark D'Amico), gran parte dei soldi donati da quattordicimila statunitensi: al clochard avrebbe dato solo l'equivalente di 75.000 euro, utilizzando il denaro raccolto -  quattrocentomila euro - per darsi alla bella vita. Storia complicata, quella che viene descritta, nella quale è per ora impossibile incasellare buoni e cattivi perché i suoi tre protagonisti rilasciano versioni opposte sull'effettiva destinazione dei fondi racimolati. Il primo round è andato a Johnny Bobbitt, 34 anni, veterano barbuto senza una casa né un lavoro. La polizia del New Jersey ha deciso che a lui dovranno essere devoluti tutti i soldi raccolti. Di più: gli agenti hanno sequestrato alla coppia una bmw e li hanno indagati. L'inchiesta è apertissima: i fidanzati sono apparsi nel programma “Megyn Kelly” della NBC assicurando di non aver consegnato i quattrocentomila dollari al loro ex amico solo perché temevano che lui li spendesse tutti nella droga. Bobbitt, dal canto suo, ha replicato alla ABC di aver dovuto chiedere anche i centesimi alla coppia, decisa a gestire l'ingente patrimonio. Gli Stati Uniti stanno seguendo con appassionato vigore la fiaba amara. Colpa dei soldi, probabilmente, capaci di ridestare empiti di voracità laddove dovrebbe trionfare l'amore universale. Tutto ha avuto inizio nell'autunno scorso a Philadelphia quando l'addetta alla reception Kate McClure, 28 anni, nativa di Firenze, nel New Jersey, si è trovata ad incrociare la strada del barbone. L'auto di lei si era fermata, perché rimasta a secco. L'uomo, con un cappellino in testa e la barba lunga, secco come un chiodo, si è offerto di spingersi fino alla piu' vicina stazione di servizio e fare il pieno di gas all'auto della giovane donna con tutto quello che aveva in tasca: l'equivalente di venti euro. Lei è stata davvero toccata dal gesto ed ha promesso ricompense e ringraziamenti perpetui. Efficiente e solerte, Kate McClure ha aperto con il fidanzato, il falegname trentanovenne Mark D'Amico, l'account “GOFUNDME” con l'intensione di organizzare una colletta in favore del barbone gentiluomo. Sperava, disse, di raggranellare diecimila dollari per permettere all'uomo di avere un camion. Nessuno aveva fatto i conti (veri) con la generosità del pubblico che, mosso a compassione, ha infagottato l'account di offerte, facendo lievitare l'importo fino ai quattrocentomila euro. E là sono iniziati i guai. Secondo la polizia, in questi mesi i fidanzati avrebbero condotto una vita da milionari, concedendosi viaggi a Las Vegas, una gita a Disneyland, una vacanza a Los Angeles, l'utilizzo di una limousine, l'elicottero per il Grand Canyon ed una Bmw. Al barbone è stato dato l'equivalente di 75.000 dollari. Stop. Adesso lui reclama i suoi averi, Kate e Mark dicono di aver speso i “loro” soldi, non quelli del fondo. La favola finirà in Tribunale.

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