Scontri a Tripoli
Libia nel caos, l'Italia accusa Macron: "Ma no a intervento militare"
"Si smentisce categoricamente la preparazione di un intervento da parte dei corpi speciali italiani in Libia". Con un comunicato molto netto, Palazzo Chigi archivia le indiscrezioni apparse sulla stampa, secondo cui Roma starebbe lavorando ad un piano militare che - seppur limitato - avrebbe l’obiettivo di salvaguardare la fragile stabilità del governo di unità nazionale di Tripoli. L’esecutivo fa sapere che "l’Italia continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione sul terreno, e ha già espresso pubblicamente preoccupazione nonché l’invito a cessare immediatamente le ostilità assieme a Stati Uniti, Francia e Regno Unito", continua il comunicato. Il vicepremier Matteo Salvini, che è stato in visita in Libia recentemente per discutere dei flussi migratori che partono da quelle sponde africane, esprime "massimo sostegno alle autorità libiche riconosciute", cioè il governo guidato da Fayez al Serraj. Un altro grazie, e non a caso, Salvini lo manda "alla Guardia costiera libica, che sta continuando a fare positivamente il suo lavoro". Il ministro dell’Interno, poi, fa sapere di sperare di tornare a Tripoli "il prima possibile", e dice di essere pronto "a correre qualche rischio" in quella visita, "perché una Libia finalmente pacificata è troppo importante". Dopo aver sottolineato che "l’Italia deve essere protagonista della pacificazione del Mediterraneo", Salvini manda delle frecciatine in direzione francese: "Escludo interventi militari perché non risolvono nulla", dice, aggiungendo poi che "questo dovrebbero capirlo anche altri", riferendosi al fatto che in passato gli aerei di Londra e Parigi hanno sorvolato i cieli libici. In maniera simile, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se avesse cambiato idea sul fatto che la Libia potesse essere un ’porto sicuro' per i migranti, Salvini liquida la questione così: "Chiedetelo a Parigi". Streat war #libya #Tripoli #ليبيا #الخلة pic.twitter.com/4IqH3WCyYO— En Oun (@En_oun94) 3 settembre 2018 "Nulla succede per caso", ha fatto notare ai giornalisti il ministro dell'Interno dopo aver lasciato Palazzo Chigi: "Il mio timore è che qualcuno per motivi economici nazionali metta a rischio la stabilità dell'interno nord Africa e conseguentemente dell'Europa. Spero che il cessate il fuoco arrivi subito. Penso a qualcuno che è andato a fare una guerra e non doveva farlo, a qualcuno che fissa delle date delle elezioni senza interpellare gli alleati, l'Onu, i libici. Le forzature, le esportazioni di democrazie e la fissazione di date elettorali a prescindere da quel che pensano i cittadini, non hanno mai portato nulla di buono". "È un problema grave che ci ha lasciato senza dubbio la Francia", gli ha fatto eco in serata Roberto Fico, presidente della Camera ed esponente M5S: "C'è una tensione enorme ed è qualcosa di cui l'Europa si deve fare carico assolutamente. Ora siamo sull'orlo di una nuova questione di guerra civile che ci ha lasciato in qualche modo la Francia. E allora dobbiamo parlare con molta intelligenza, analizzando dati, questioni, non polarizzando scontri". #Libya #Tripoli Short footage of today's clashes between Special Deterrence Force (#SDF) and the 7th Brigade near Tripoli. pic.twitter.com/J6sCxxqy7A— MrKyruer (@MrRevinsky) 3 settembre 2018 Dalle opposizioni, invece, fioccano gli appelli affinché il governi riferisca in Parlamento. "Chiediamo al ministro degli Esteri Moavero di venire a riferire", dicono i capigruppi dem in commissione Esteri di Camera e Senato. L’appello è lo stesso anche da Liberi e Uguali, secondo cui "dare la colpa alla Francia serve solo a fuggire dalle proprie responsabilità". Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, da parte sua, sostiene che "sulla Libia aveva ragione Silvio Berlusconi, stipulando accordi con Gheddafi, aveva trovato la via giusta che, invece, Sarkozy, Obama e Clinton, Cameron, interruppero con la sciagurata guerra del 2011". Il forzista punta il dito contro il presidente francese Emmanuel Macron, che "continua le ambigue operazioni francesi per destabilizzare il governo di Tripoli, soltanto per tutelare i propri interessi".