guerra civile

Libia nel caos. Sarraj decreta lo stato d'emergenza

Carlo Antini

Il Consiglio presidenziale libico ha dichiarato lo stato d’emergenza a Tripoli e nelle periferie della capitale, a causa dei violenti scontri tra milizie, i peggiori dal 2014. La misura è diretta a «fermare lo spargimento di sangue, ridurre le perdite materiali e di vite umane, tutelare la sicurezza dei civili, le strutture pubbliche e private». Il governo di Fayez al-Sarraj ha annunciato la formazione di un comitato di crisi per gestire il nuovo stato di emergenza e ha avvertito le parti in conflitto che dovranno affrontare le conseguenze se cercano di cogliere l’opportunità per perseguire loro propri obiettivi. Ma il colonnello Abdel Rahim Al-Kani, leader della Settima Brigata, milizia della cittadina di Tarhuna, a 60 chilometri a sud della capitale, ha annunciato che le sue forze sono posizionate lungo la strada per l’aeroporto e stanno per sferrare un attacco al quartiere di Abu Salim, porta di accesso al centro storico. La brigata, scrivono i media locali, ha dichiarato Abu Salim zona militare e ha chiesto agli abitanti di lasciare le abitazioni, in preparazione di una «importante offensiva contro le milizie presenti nell’area». È scattata una corsa contro il tempo per arrivare a una mediazione che eviti una ulteriore escalation dopo la ripresa dei combattimenti che finora hanno causato una cinquantina di morti, tra cui una ventina di civili, e circa 200 feriti. Il capo del Consiglio libico degli anziani per la riconciliazione, Mohamed al-Mubshir, ha detto che è stato formato un comitato d’emergenza per negoziare con le parti in lotta. Il Consiglio ha indicato la necessità di raggiungere una soluzione radicale alla questione di tutte le formazioni armate nel Paese. La Settima Brigata di Tarhuna, milizia legata al signore della guerra Salah Badi, si è resa autonoma dal Governo di accordo nazionale di Sarraj e combatte per liberare Tripoli dalle altre milizie armate, accusate di corruzione. A fronteggiarla sono una serie di milizie che formano unità speciali dei ministeri dell’Interno e della Difesa del governo di Sarraj: le Brigate Rivoluzionarie di Tripoli, la Forza speciale di Dissuasione (Rada), la Brigata Abu Selim e la Brigata Nawassi, che ricevono finanziamenti dall’Ue. Intanto, in un tweet, l’ambasciata italiana a Tripoli ha smentito il sito «Al Mutawasset», che ha dato la notizia, da fonti anonime, della chiusura della rappresentanza diplomatica. «L’ambasciata d’Italia in Libia rimane aperta. Continuiamo a stare al fianco dell’amato popolo libico in questa difficile congiuntura», si legge nel messaggio.