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Omicidi e stupri affondano Didi Chuxing, l'Uber cinese

Costanza Cerasi
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Didi, l'Uber Cinese, in crisi dopo il secondo omicidio negli ultimi quattro mesi Didi Chuxing, ‘l'Uber cinese,' ossia l'applicazione per i passaggi istantanei più diffusa in Cina, è in crisi dopo il secondo episodio di stupro e omicidio da parte di suoi autisti in meno di quattro mesi. L'azienda si è ripetutamente scusata e ha promesso di rinnovare la propria attività per dare priorità alla sicurezza dei clienti invece che alla crescita della start-up. È scoppiata una tempesta sui social dove migliaia di persone hanno commentato questi avvenimenti promettendo di cancellare l'app dai loro telefoni. La compagnia ha sospeso a tempo indeterminato il servizio di ‘carpooling', ossia una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone con lo scopo di ridurre i costi del trasporto. Questo perché i conducenti sospettati degli omicidi operavano in quel settore. "L'ultimo omicidio avrà un effetto generale di contagio dato che alcuni clienti potrebbero anche stare alla larga" dagli altri servizi della compagnia, ha detto Raymond Tsang, l'analista della società di consulenza Bain & Company. Nonostante il ‘carpooling' sia solo uno dei tanti servizi offerti da Didi, questa situazione avrà comunque un effetto negativo sulla compagnia in generale che è stata valutata a 56 miliardi di dollari l'anno scorso. Secondo un recente studio Bain, la società rappresenta circa il 90% del mercato cinese dei taxi. L'attrice cinese, Wang Xiaochen, ha condiviso uno screenshot con i suoi 9 milioni di follower che ha eliminato l'app di Didi dichiarando nel post "Arrivederci!". Più di 40.000 persone hanno commentato la cosa, e molti hanno detto che avrebbero seguito l'esempio.  La società si è rifiutata di commentare il calo degli utenti ma la sua posizione dominante nel mercato di 30 milioni di corse al giorno, potrebbe rendere difficile per alcune persone trovare delle alternative. Questi ultimi avvenimenti hanno rafforzato ancora di più il movimento #DeleteUber, che è esploso lo scorso anno dopo che la compagnia statunitense ha approfittato di uno sciopero dei taxi per alzare i prezzi delle corse. Anche Uber ha affrontato critiche sugli attacchi dei suoi conducenti sui passeggeri. Un'inchiesta della CNN pubblicata ad aprile ha rivelato che almeno 103 autisti di Uber negli Stati Uniti sono stati accusati di aver aggredito o abusato sessualmente dei loro passeggeri nei precedenti quattro anni. Nella sua ultima dichiarazione, Didi ha affermato che "l'organizzazione e le risorse saranno completamente impiegate verso la costruzione di una forte sicurezza e di sistemi di assistenza ai clienti".

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