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Addio a John McCain, senatore repubblicano ed eroe del Vietnam

Un anno fa gli era stato diagnosticato un cancro al cervello

Carlo Antini
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John McCain, il senatore repubblicano eroe di guerra e pilastro della politica americana, ha perso la sua ultima battaglia. È morto sabato in Arizona, suo Stato d'origine, a 81 anni, ne avrebbe compiuti 82 il 29 agosto, per un cancro al cervello scoperto un anno fa. Nei giorni scorsi aveva deciso di mettere fine alle cure. Veterano dell'esercito americano, ha passato cinque anni come prigioniero di guerra in Vietnam, dove fu anche torturato. È stato candidato alle presidenziali nel 2008, sconfitto da Barack Obama. Eletto alla Camera nel 1983 e nel 1987 al Senato, ha trascorso più di trent'anni nella Camera alta tra le fila del Grand old party. Accanito oppositore della tortura, denunciò le pratiche della Cia sotto la presidenza di George W. Bush, contro cui perse le primarie nel 2000. Figura anticonformista della politica americana, non ha mai nascosto la sua ostilità al presidente della sua stessa parte politica. Nell'estate dello scorso anno ha sfidato Donald Trump votando contro la riforma dell'Obamacare e lo ha criticato apertamente definendolo, tra le altre cose, "mal informato" e "impulsivo" e denunciandone le simpatie per il presidente russo, Vladimir Putin. Lui stesso fu sanzionato dalla Russia come rappresaglia per le sanzioni di Washington, fonte di orgoglio per il vecchio senatore, che spesso ci scherzava su. Lo scorso anno gli è stato diagnosticato un glioblastoma, lo stesso aggressivo tumore al cervello che nel 2009 causò la morte di un altro gigante del Senato Usa, il democratico Ted Kennedy. Nonostante non sia più andato al Congresso da dicembre, è comunque rimasto relativamente attivo in politica. "Il senatore John Sidney McCain è morto alle 16.28, con lui c'erano la moglie Cindy e la loro famiglia", la notizia diffusa dal suo staff, ha servito fedelmente gli Stati Uniti per 60 anni". "È stata una bella corsa", ha scritto McCain in un libro di memorie pubblicato all'inizio di quest'anno, "ho conosciuto grandi passioni, visto incredibili meraviglie, combattuto in una guerra e aiutato a costruire la pace, ho ritagliato un piccolo spazio per me stesso nella storia dell'America e nella storia dei miei tempi". "John e io provenivamo da generazioni diverse, avevamo origini completamente diverse e ci siamo scontrati al più alto livello politico, ma abbiamo condiviso, nonostante le nostre differenze, una fedeltà a qualcosa di più alto, gli ideali per cui intere generazioni di americani e immigrati hanno combattuto e sacrificato se stessi", il cordoglio dell'ex presidente democratico Barack Obama, "siamo tutti in debito con lui". Donald Trump, con cui i rapporti non si sono mai sanati, ha twittato un breve messaggio: "Le mie condoglianze e il mio più sincero rispetto per la famiglia del senatore John McCain, i nostri cuori e le nostre preghiere sono con voi". L'ex presidente George W. Bush ne ha parlato invece come di un "uomo di profonda convinzione e un patriota ai massimi livelli", mentre il democratico Bill Clinton ha elogiato il suo aver "spesso messo da parte l'affiliazione partigiana" per servire la nazione. Simile il ricordo del suo vice alla Casa Bianca, Al Gore: "Ho sempre ammirato e rispettato John" perché ha sempre lavorato per "trovare un terreno comune, per quanto difficile". Un flusso costante di amici e colleghi era venuto a salutarlo nel suo ranch in Arizona nei mesi successivi alla diagnosi. Vicino al vialetto della proprietà, in una zona rurale di Sedona, un cartello con la scritta "Senatore McCain, grazie per il tuo servizio".

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