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"Aumentare fondi per le spese militari", Trump minaccia l'uscita dalla Nato

Donald Trump

Silvia Sfregola
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Trump rivendica con tono vittorioso di aver ottenuto maggiori impegni di spesa dai partner della Nato, al vertice di Bruxelles, e sottolinea che l'uscita degli Usa dall'Allenza sarebbe possibile "ma non sarà necessaria". Altri leader, però, hanno presto contraddetto il presidente americano, poi partito la sua prima visita ufficiale nel Regno Unito, dove lo attendono proteste. In conferenza stampa, Trump si è detto "molto contento" del risultato ottenuto al summit di due giorni, svoltosi in grande tensione a causa delle sue dichiarazioni e dei suoi toni. "Hanno accettato di pagare" di più per la difesa, e di farlo "velocemente", ha detto nella conferenza stampa non programmata. Trump ha parlato di "enormi progressi", con un impegno dei Paesi membri ad aumentare la spesa per la difesa di 33 miliardi di dollari, che potrebbero arrivare a 40 miliardi. L'impegno sottoscritto nel 2014 di raggiungere il 2% del Pil nel 2024 rimane, firmato dai 29 leader, mentre una quindicina di Paesi, tra cui Italia, Germania e Spagna, resta sotto l'1,4% nel 2018. Usando il suo profilo Twitter e dichiarazioni incendiarie, ancora prima di arrivare a Bruxelles l'americano aveva alzato la voce. Ieri si è scagliato contro la Germania, accusandola di sborsare miliardi per comprare gas e petrolio dalla Russia invece di spendere per la difesa, e di essere "prigioniera" di Mosca. Ha anche chiesto che la spesa dei partner, in futuro, salga al 4%. "Ieri ero estremamente insoddisfatto, hanno considerevolmente rafforzato i loro impegno. Siamo contenti di avere una Nato più potente, più forte di due giorni fa", ha affermato. Anche "la Germania ha accettato di accelerare per aumentare le spese militari", ha proseguito, dicendo di "credere nella Nato". "Gli Usa non erano trattati nel modo giusto, ora lo sono", "sono stato severo ma credo che la Nato sia importante e che gli Usa stessero pagando troppo, dal 70% al 90%", ha aggiunto il presidente. Anche per il presidente francese Emmanuel Macron "la Nato esce più forte da questo vertice", e Parigi rispetterà il suo impegno per arrivare all'obiettivo del 2%. "Lo raggiungeremo nel 2025", ha detto la ministra della Difesa, Florence Parly, presente a Bruxelles con i suoi omologhi europei. "Siamo pienamente in linea con ciò che è stato dichiarato nella dichiarazione finale, adottata mercoledì in modo consensuale", ha proseguito. In parallelo, Macron ha anche smentito che sia stato accettato di aumentare la spesa per la difesa oltre i target prestabiliti. E il premier Giuseppe Conte, alla fine del vertice, ha affermato sì che "il problema posto da Trump" sulla maggiore spesa americana per la difesa "esiste", ma ha anche aggiunto che "l'Italia ha ereditato impegni di spesa per il contributo alla Nato che noi non abbiamo alterato. Nessuna spesa aggiuntiva quindi". Linea simile per il premier spagnolo, Pedro Sanchez: "Comprendo le richieste dell'amministrazione americana", ha detto, ma bisogna essere "giusti", la Spagna è gia molto "impegnata" nell'Alleanza e non può aumentare il suo contributo alla difesa.

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