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Lifeline a Salvini: "Vieni a bordo, sei il benvenuto"

La ong bloccata in mare

Silvia Sfregola
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La ong tedesca Mission Lifeline, la cui nave che trasporta quasi 240 migranti è stata bandita dall'entrare nei porti italiani, ribatte con forza alle osservazioni del ministro dell'Interno italiano che ieri su Twitter aveva scritto: "Certe navi si devono scordare l'Italia, stop al business dell'immigrazione clandestina! La musica è cambiata, io ce la metto tutta". Oggi la Lifeline twitta: "Caro Matteo Salvini, non abbiamo carne a bordo, ma esseri umani. Vi invitiamo cordialmente a convincervi che sono le persone che abbiamo salvato dall'affogare. Vieni qui, sei il benvenuto". Il post è stato diffuso anche su Facebook, raccogliendo critiche da parte di supporter del leader della Lega. La nave Lifeline si trova ancora al largo di Malta. A bordo ci sono 239 persone, tra cui 14 donne e 4 bambini, salvati vicino alla costa libica. L'organizzazione ha detto di aver ricevuto cibo e acqua potabile da Malta, oltre a medicine e coperte da altre due navi tedesche, la Sea-Eye e la Sea-Watch. La speranza della Lifeline è incrociare il prima possibile la nave danese Alexander Maersk, che ha salvato 113 migranti nelle acque del Sud Italia, e che potrebbe fornire protezione alla piccola imbarcazione tedesca nel caso di maltempo. Intanto la casella di posta della Guardia costiera italiana rischia di essere 'presa d'assalto' dopo la diffusione sui social di una lettera-appello anonima che invita il popolo del web a tempestare di messaggi il Corpo specializzato della marina militare. Il 'mailbombing' è iniziato alle 11 di domenica mattina. "Richiesta di immediato ripristino delle operazioni di soccorso in mare nei riguardi delle navi ong", è l'oggetto della missiva. "Facciamo appello al rispetto delle Convenzioni di diritto del mare, ma anche al profondo senso di umanità che ha sempre contraddistinto la Guardia costiera italiana: non si esima ora dalla salvaguardia delle persone, nel rispetto delle Convenzioni internazionali di diritto del mare e a garanzia dei diritti fondamentali dell'uomo", si legge. Nella lettera vengono citati i dati dell'Unhcr: sono già più di mille i migranti morti nel Mediterraneo, di cui ben 220 persone tra il 19 e il 20 giugno.

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