"Tangenti in Africa", fermato Bolloré
Implicato in concessioni portuali in Togo e Guinea
Il finanziere francese Vincent Bolloré, implicato in una vicenda legata a concessioni portuali in Togo e Guinea, è stato tratto in stato di fermo per la corruzione di funzionari pubblici stranieri. La notizia è stata data dalla versione online del quotidiano Le Monde. Pronta la replica del gruppo Bolloré, che ha negato "formalmente" che la sua società controllata del tempo, Sdv Afrique, abbia commesso irregolarità. "Le prestazioni relative a queste fatture - si legge in una nota - sono state effettuate in tutta trasparenza". Sotto accusa il miliardario bretone, 66 anni, primo azionista di Vivendi, secondo di Mediobanca, rampante in Tim e al centro di una querelle legale con Mediaset dopo il caso legato alla piattaforma Premium. Secondo quanto hanno dichiarato all'agenzia francese da Afp diverse fonti, Bolloré è stato ascoltato negli uffici della polizia anticorruzione francese. I giudici stanno cercando di capire se il gruppo legato al finanziere francese abbia utilizzato le attività di consulenza politica della sue controllate Havas e Bolloré Africa Logistics (precedentemente nota come Sdv) per ottenere rispettivamente la gestione dei porti di Lomé, in Togo, e di Conakry, in Guinea. Sarebbero stati posti in custodia anche il capo della divisione internazionale di Havas, Jean Philippe Dorent e il direttore generale del gruppo Bolloré, Gilles Alix, secondo quuanto precisato da una fonte giudiziaria. L'indagine è stata avviata dopo la denuncia di un ex partner franco-spagnolo di Bolloré, Jacques Dupuydauby. Al centro dell'inchiesta si trovano le consulenze date dall'agenzia di comunicazione Havas durante le elezioni del 2010 ad Alpha Condé, attuale presidente della Guinea e del presidente del Togo, Faure Gnassingbé. In Guinea, Sdv ha ottenuto la gestione del porto di Conakry pochi mesi dopo l'elezione di Condé e in Togo la controllata ha vinto l'appalto poco prima della rielezione del 2010 di Gnassingbé. "Le concessioni in Togo sono state ottenute nel 2001 - specifica la nota del gruppo - molto prima dell'ingresso del gruppo in Havas e in Guinea, nel 2011". Certo è che il titolo del gruppo Bolloré in Borsa ha chiuso in netto calo e ha lasciato sul campo il 6,14% a 4,19 euro. Intanto, la presidente di Fininvest e di Mondadori, Marina Berlusconi, non ha voluto commentare la notizia del fermo, limitandosi a dire che "preferisco non commentare, perché è una vicenda che non conosco". Ma, a margine dell'assemblea degli azionisti del gruppo di Segrate, si è sfogata così: "Il signor Bolloré non si è smentito neppure nel modo in cui si è comportato anche in Tim, perché ha usato la delicatezza e la compostezza di Attila". Dopo aver specificato che tra Mediaset e Vivendi "l'unica cosa che sta andando avanti e che andrà avanti fino in fondo sono le cause legali. Speriamo, come è giusto che sia, che venga riconosciuto il nostro sacrosanto diritto - ha aggiunto la primogenita del Cavaliere - di essere risarciti del danno enorme che ci hanno creato con un clamoroso voltafaccia su un accordo vincolante".