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L'ex presidente Puigdemont arrestato in Germania, scontri a Barcellona

Silvia Sfregola
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L'ex presidente indipendentista della Catalogna, Carles Puigdemont, oggetto di un mandato d'arresto europeo emesso dalla Spagna, è stato fermato dalla polizia tedesca poco dopo essere entrato in Germania dalla frontiera con la Danimarca. Il politico, che dall'ottobre scorso vive in esilio autoimposto in Belgio per evitare l'arresto, stava viaggiando in auto di ritorno dalla Finlandia, dove era stato invitato da deputati locali. Il fermo è avvenuto dopo che venerdì la giustizia spagnola aveva riattivato il mandato d'arresto internazionale per accuse di ribellione, sedizione e malversazione legate al processo per l'indipendenza della Catalogna. La Spagna aveva inviato la richiesta d'arresto già alla Finlandia, ma poiché la domanda era parzialmente scritta in spagnolo e doveva esser tradotta l'iter era stato ritardato e Puigdemont ha lasciato il Paese. Il giudice della Corte suprema spagnola, Pablo Llarena, ha emesso analogo mandato per altri 12 politici catalani coinvolti nell'iter separatista. Tra loro la ex ministra Clara Ponsati, che ha comunicato l'intenzione di consegnarsi alla polizia della Scozia, dove si trova. La polizia tedesca ha dato notizia del fermo, avvenuto alle 11.19 in una stazione di servizio dell'autostrada A7, nella cittadina di Jagel, a circa 40 chilometri da Kiel. Puigdemont è poi stato trasferito nel carcere di Neumuenster, nel Land di Schleswig-Holstein. Secondo i media tedeschi, una soffiata dell'agenzia d'intelligence spagnola alla polizia federale tedesca ha portato al fermo. Puigdemont comparirà domani (lunedì) davanti ai giudici a Schleswig, hanno fatto sapere fonti della procura. I giudici dovranno decidere anche se trattenerlo in stato di fermo, nel tempo necessario a decidere sull'estradizione. Puigdemont rischia sino a 25 anni di carcere in Spagna, se condannato per ribellione e sedizione per aver organizzato il referendum illegale che ha portato alla dichiarazione unilaterale d'indipendenza. Secondo le regole del mandato europeo, la Germania ha 60 giorni per decidere se estradarlo in Spagna (prorogabili a 90 e ridotti a 10 se il politico non si oppone all'arresto). Migliaia di persone sono scese in strada a Barcellona e in altre località catalane a sostegno di Puigdemont, su appello del Comités de défense de la République. La Rambla è stata invasa da bandiere separatiste e cartelli a favore con scritte come 'Libertà ai detenuti politici' e 'Ue vergogna'. Brevi tensioni e scontri si sono verificati tra la polizia e i dimostranti, diretti al consolato tedesco. Venerdì i magistrati spagnoli hanno anche messo in arresto cinque leader indipendentisti, tra cui Jordi Turull, candidato alla presidenza della Generalitat. La sessione d'investitura è stata rinviata dal Parlament, dove gli indipendentisti hanno la maggioranza a seguito del voto del 21 dicembre convocato da Madrid. Per tre volte questi non sono riusciti a incaricare un nuovo presidente, per decisioni dei giudizi. Il primo candidato era Puigdemont, che era a Bruxelles e non eleggibile. Il secondo, Jordi Sanchez, non è stato autorizzato a uscire dal carcere. Se entro il 22 maggio non riusciranno, nuove elezioni saranno automaticamente convocate. E se un presidente regionale non sarà designato, la regione resterà sotto la tutela di Madrid, imposta dopo la dichiarazione d'indipendenza del 27 ottobre.

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