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Casa chiusa sì, ma con le bambole

Le bambole di XDolls (foto da Facebook @xdollsparis)

Il locale parigino XDolls è registrato come centro giochi. Sinistra e femministe provano invano a farlo vietare

Angela Di Pietro
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La prima «casa d'appuntamenti» abitata solo da bambole gonfiabili puo' svolgere la sua attività liberamente: i vicini non hanno denunciato disagi di sorta, i documenti sono in regola, l'amministrazione di Parigi ha problemi più urgenti dei quali occuparsi. Via libera ad «XDolls», esercizio fresco di inaugurazione, avendo aperto i battenti nel quattordicesimo arrondissement solo un mese fa. Ad alzare la saracinesca è stato tale Jachim Lausquy, con la fattiva collaborazione di Kim, Lily e Sophia, tre bambole destinate all'attività sessuale dei patiti del genere e costruite in Cina. L'attività non è registrata come un moderno bordello, bensì come centro giochi. L'indirizzo esatto è sconosciuto, viene rivelato ai clienti solo dopo la prenotazione ed il pagamento on line. Trastullarsi con una delle tre signorine di plastica costa 89 euro l'ora. I termini del «gioco» non sono naturalmente noti ma l'intuito puo' facilmente indirizzare verso una ipotetica ricostruzione di cio' che avviene nelle tre camere messe a disposizione dal titolare. Pare che gli affari stiano andando bene: le prenotazioni fioccano. Ad essere interessati sono soprattutto gli uomini ma non sono mancate le coppie di sposi che hanno voluto sperimentare una conversazione intima con le signorine. L'apertura di «XDolls» ha generato proteste accese in terra francese. Lorraine Questiaux, portavoce di un'associazione femminista parigina chiamata «Mouvement du Nid», ha chiesto a gran voce che il centro venga chiuso. Ai giornalisti di «Le Parisien» ha spiegato i motivi. «Xdolls non è un sexshop – ha detto – ma un luogo che genera denaro e che stimola le fantasie legate allo stupro di una donna». Alla motivazione ha aggiunto qualche numero, affermando che ogni anno, in Francia, 86.000 donne vengono violentate e dunque non c'è bisogno di «bordelli» che rilascino «circostanze» simili. Le polemiche non sono arrivate solo dalle femministe. Pierre Laurent, segretario nazionale del partito comunista, ha espresso le sue perplessità. Non solo l'attività suggerisce fantasie di stupro, ma incoraggia la pedofilia perché le bambole sono di dimensioni relativamente piccole e possono somigliare a ragazzine. La replica del titolare non si è fatta attendere. Ma quali stupri, ma quale pedofilia, l'attività anzi evita che le donne siano costrette a prostituirsi, con le conseguenze immaginabili. Quelle brave ragazze di Kim. Lily e Sophia sono innocue e non fanno del male a nessuno. Dalla polemica, tuttavia, la Francia intera non è uscita in maniera indolore perché l'interessamento del mondo politico a «XDolls» ha fatto sì che l'amministrazione di Parigi se ne dovesse occupare e che persino la polizia aprisse ufficialmente una indagine volta a verificare la pericolosità del sito, nonché la sua regolarità. I risultati sono stati tutti a favore della casa d'appuntamenti neonata. La polizia ha chiuso l'inchiesta stabilendo che l'attività risulta regolare, non danneggia né infastidisce nessuno. Da parte del vicinato poi non sono arrivate quelle lamentele che di solito si palesano quando si notano viavai sospetti nei condominii canonici. Dunque, l'attività puo' andare avanti. Bruno Julliard, vice sindaco di Parigi, socialista, ha voluto dire la sua affermando che Parigi e l'amministrazione comunale hanno argomenti più scottanti da affrontare e che portare «il caso» di Kim, Lily e Sophia in consiglio comunale sarebbe stato uno spreco di tempo per i cittadini, che vogliono risposte esaurienti ai loro veri problemi. «XDolls», salvato dalla chiusura, forse ingaggerà nuove ospiti di plastica provenienti dalla Cina, chi lo sa.

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