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In ospedale senza viso finché non trova il donatore. Secondo trapianto di faccia per un uomo

Jerome Hamon

Jerome Hamon da record: dopo il primo trapianto 8 anni fa sotto i ferri per 19 ore per una crisi di rigetto

Grazia Maria Coletti
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Senza viso in ospedale finché non trova un donatore. Un primo trapianto 8 anni fa, una vita nuova, poi il rigetto; a gennaio di quest'anno il secondo trapianto: Jerome Hamon, 43 anni, ha oggi una terza faccia. L'equipe dell'Ospedale europeo Georges-Pompidou di Parigi, guidata dal professor Laurent Lantieri, ha compiuto un intervento eccezionale su un uomo colpito da neurofibromatosi (o malattia di von Recklinghausen), che conduce allo sviluppo di tumori benigni all'interno dei tessuti, impiantando per la seconda volta un viso ad Hamon, che nel corso di questi anni ha raccontato in un libro cosa e come si vive nelle sue condizioni. «Il paziente sta bene. La fase del rigetto acuto e di quello superacuto è stata superata, ma restiamo prudenti seppur ottimisti», ha spiegato all'AGI l'italiano Francesco Wirz, 34 anni, chirurgo dell'equipe che ha realizzato l'operazione, che cinque anni fa ha lasciato Napoli per andare a operare in Francia: "Qui in Italia se sai fare, quasi quasi che diventi un pericolo" ha detto masticando amaro Wirz. Il primo trapianto fu realizzato nel 2010. Hamon si trovò, dopo quello, in grado di condurre una vita normale, e anche di raccontarla in un libro («T'as vou le monsieur?» per Flammarion). «Mi abituai alla nuova faccia all'istante», raccontò ai giornali francesi, sottolineando che quella operazione aveva rappresentato un "trapianto" anche degli occhi di chi incrociava per strada: "Non devo più sopportare gli sguardi strani - disse - e la gente mi ascolta". Poi è arrivato - spiega Wirz - il rigetto del sistema immunitario, culminato il 15 novembre scorso, abbiamo dovuto asportare il viso". Hamon è rimasto in ospedale senza viso "finché è stato trovato un donatore". "L'intervento - ha proseguito Wirz - è durato 19 ore"-

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