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Gentiloni: "Missione in Niger per fermare i terroristi"

Il premier Gentiloni

Silvia Sfregola
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Contrastare il terrorismo e arginare il traffico di uomini. Paolo Gentiloni, dal ponte della Nave Etna,che opera nell'ambito di Eunavfor Med Operazione Sophia, rilancia l'impegno dell'Italia. Rivolgendo i suoi auguri all'equipaggio e ai 6200 militari impegnati nei teatri di guerra rivendica il "ruolo fondamentale" svolto dal nostro Paese contro il terrorismo, "i risultati ottenuti" e gli sforzi fatti "per solidarietà internazionale e per difendere il nostro interesse nazionale". Adesso, però, il lavoro deve continuare "concentrando l'attenzione e le energie sul mix della minaccia del traffico di essere umani e il terrorismo nel Sahel. Per questo - annuncia dopo gli impegni presi a Parigi - una parte delle forze in Iraq verrà dispiegata nei prossimi mesi in Niger, è questa la proposta che il governo farà al Parlamento, per una missione per sconfiggere il traffico di essere umani e il terrorismo". Il premier rivendica quanto sin qui fatto dal nostro Paese. "L'Italia è un Paese che accoglie, che è in prima linea contro i trafficanti e che è in prima linea con i diritti umani, aprendo i corridoi umanitari dalla Libia - ha aggiunto - Noi siamo fieri dell'Italia Paese piu pronto quando c'è da salvare vite umane. Contemporaneamente lavoriamo per sconfiggere lo schiavismo dei tempi moderni, il lavoro che si fa per identificare gli scafisti ha raggiunto risultati straordinari. Abbiamo inferto dei colpi che neanche immaginavamo essere possibile infierire". Grazie all'operazione Sophia, si congratula Gentiloni con l'equipaggio, sono stati identificati 130 trafficanti e "annientati" circa 600 barconi che trasportavano essere umani. "L'Italia dell'accoglienza" che Gentiloni mette in luce si prepara, poi, ad far arrivare in Europa "senza rischi, attraverso corridoi umanitari, fino a 10mila profughi nel 2018", annuncia il ministro dell'Interno Marco Minniti. "Stando agli obiettivi dell'Oim - spiega poi il titolare del Viminale - 30mila saranno i migranti senza diritto all?asilo che potranno tornare a casa con rimpatri volontari. Quest?anno già lo hanno fatto in 18mila. Con la cooperazione delle autorità libiche, abbiamo costruito un nuovo modello di gestione dall?altra parte del Mediterraneo". "Con i corridoi si è raggiunto il completamento di un disegno complessivo del fenomeno. Solo dopo esserci mostrati credibili nel contrasto all?illegalità dei flussi, abbiamo potuto costruire percorsi legali per i migranti presenti in Libia. Per questo - sottolinea Minniti - prima si è agito sul controllo del confine marittimo, attraverso il potenziamento della Guardia costiera libica. Poi di quello terrestre a sud della Libia, che ha impedito al Paese di trasformarsi in un collo di bottiglia. E in questa direzione va letto l?invio di un contingente militare italiano in Niger".

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