ELEZIONI
Catalogna, per gli exit poll vincono gli indipendentisti
I partiti indipendentisti potrebbero ottenere la maggioranza assoluta al Parlament catalano, secondo gli exit poll delle elezioni regionali indette da Madrid durante la crisi legata alla dichiarazione d'indipendenza della catalogna. Secondo gli exit poll della Vanguardia, i partiti secessionisti otterranno la maggioranza assoluta con 67-71 seggi su 135, gli unionisti avranno tra 55 e 62 seggi. Primo partito potrebbe essere Ciudadanos di Inés Arrimadas con 34-37 seggi, testa a testa con l'indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) che ne avrebbe fra 34 e 36. Se questi primi dati fossero confermati, prolungherebbero probabilmente la peggior crisi politica da decenni. Si aprirebbe infatti un ulteriore capitolo incerto per il premier Mariano Rajoy e la sua capacità di arginare la crisi che ha danneggiato l'economia spagnola, anche spingendo centinaia di aziende a trasferire all'esterno della catalogna le loro sedi legali. Il voto è considerato una sorta di test sul sostegno dei catalani al movimento separatista, dopo che Rajoy ha commissariato la regione tramite l'articolo 155 della Costituzione, rimuovendone i leader dopo il referendum sull'indipendenza e la dichiarazione unilaterale pronunciata dall'ormai ex governatore. Martedì, Carles Puigdemont nel suo ultimo discorso prima delle elezioni tenuto da Bruxelles ha chiesto a "tutti gli indipendentisti", "catalanisti" e "democratici" di sostenere la sua rielezione. Secondo gli exit poll diffusi dalla Vanguardia, il partito Unionista Ciudadanos potrebbe essere la prima forza con 34-37 seggi, ma in testa a testa con l'indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) che ne avrebbe fra 34 e 36. Terza forza sarebbe la piattaforma dell'ex presidente Puigdemont, Junts per Catalunya (JxCat) con 28-29 seggi, seguita da Psc con 18-20, Catalunya En Comú con 7-8, Pp con 5-6, Cup anch'essa con 5-6. I dati definitivi sono previsti intorno alla mezzanotte. Il voto si è svolto in un contesto anomalo, con 13 politici separatisti accusati dalla procura spagnola di ribellione e sedizione: fra loro lo stesso Puigdemont, che si trova in autoesilio in Belgio assieme ad altri quattro ex ministri (cioè Clara Ponsati della Salute, Antoni Comin dell'Istruzione, Lluis Puig della Cultura e Meritxell Serret dell'Agricoltura). Il suo ex vice e ora capo della lista Erc, Oriol Junqueras, è invece in carcere vicino a Madrid dal 2 novembre, per analoghe accuse a seguito del referendum sull'indipendenza.