Russiagate, Flynn confessa le bugie. Adesso Trump trema
L'ex consigliere per la sicurezza nazionale ammette di aver mentito all'Fbi sui colloqui privati con l'ambasciatore russo. La Casa Bianca: il caso riguarda solo lui. Ma si aggraverebbe la posizione di Kushner
Michael Flynn, ex consigliere della Sicurezza nazionale americano, è stato incriminato per false dichiarazioni all'Fbi di cui si è dichiarato colpevole, ed è pronto a testimoniare contro il presidente Donald Trump. La questione in ballo è il Russiagate: Flynn intende confessare davanti al procuratore speciale che indaga sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016 e sulla presunta collusione dello staff elettorale di Trump, che fu il magnate repubblicano a chiedergli di stabilire contatti con la Russia, mentre ancora Barack Obama era presidente. La notizia è stata diffusa da Abc News, che ha citato come fonte un "confidente" di Flynn. Questi, secondo la fonte, si sta preparando a "collaborare pienamente" alle indagini e a dichiarare che Trump gli chiese di contattare il Cremlino, inizialmente per far sì che Stati Uniti e Russia lavorassero assieme contro il gruppo terroristico Stato islamico in Siria. La notizia è stata diffusa da Abc News poco dopo che Flynn aveva firmato alla corte del District of Columbia l'accordo sulla propria colpevolezza, dove ha ammesso di aver mentito all'Fbi sui suoi contatti con l'ambasciatore russo negli Usa. Ha infatti ammesso di aver mentito su alcune conversazioni avute nel dicembre 2016 con Sergey Kislyak, allora ambasciatore russo, su alcune sanzioni che Obama aveva imposto a Mosca per il suo ruolo nel furto di documenti al Partito democratico. Come parte dell'accordo, Flynn ha definito le sue azioni "sbagliate" e ha ammesso che "importanti membri" del team di Trump sapevano delle sue conversazioni con l'ambasciatore. In concreto, secondo la dichiarazione, l'ex consigliere chiamò al telefono membri del team che preparava la transizione del potere da Obama a Trump e parlò anche con loro dei suoi contatti con Mosca. Flynn si era dimesso a febbraio, dopo che erano state rese note le sue conversazioni con Kislyak. Il processo nei suoi confronti è un esito delle indagini del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate, e prima di lui altre tre persone sono state incriminate nell'ambito delle stesse indagini: si tratta dell'ex manager della campagna di Trump, Paul Manafort, del suo associato Robert Gates, dell'ex consigliere di campagna e avvocato George Papadopoulos. Intanto, la Casa Bianca ha commentato la vicenda Flynn tramite i suoi legali. "La dichiarazione di colpevolezza o l'incriminazione non coinvolgono nessuno che non sia il signor Flynn", ha affermato Ty Cobb, sottolineando che le dichiarazioni rese dall'ex consigliere porteranno a una "veloce" e "ragionevole" conclusione delle indagini di Mueller.