Sottomarino scomparso, la Marina argentina: "C'è stata un'esplosione"
Forse causata da un cortocircuito delle batterie
L'"anomalia idroacustica" registrata nella zona dove si trovava il sottomarino scomparso il 15 novembre scorso è compatibile con un'esplosione. Lo ha confermato il portavoce della Marina argentina, Enrique Balbi, secondo cui a bordo dell'Ara San Juan è stato rilevato "un evento anomalo, singolare, corto, violento e non nucleare, coerente con un'esplosione". L'informazione è stata trasmessa dall'ambasciatore argentino in Austria, Rafael Grossi, membro dell'Organizzazione di controllo dei test, che "conta una rete di stazioni sismiche idroacustiche per verificare che non si realizzino test nucleari", ha precisato Balbi. Questa informazione, ha spiegato, coincide con il dato fornito dall'agenzia internazionale Ismerlo, specializzata in operazioni di ricerca di sottomarini, secondo cui un "rumore" era stato rilevato ad una trentina di miglia dal luogo in cui era stato localizzato per l'ultima volta l'Ara San Juan. La Marina, ha detto ancora Balbi, "non ha alcuna informazione sulle cause che hanno provocato in quel luogo, in quella data, un evento di queste caratteristiche". Sulla base delle ultime informazioni, la possibile esplosione si sarebbe verificata nel golfo di San Jorge, 1.300 km a sud di Buenos Aires. Balbi ha detto di non avere informazioni sulle cause, ma ha escluso la possibilità di un attacco. "Non abbiamo nessuna prova che confermi" una simile eventualità, ha detto. I media argentini hanno ipotizzato che l'esplosione possa essere stata causata da un cortocircuito delle batterie, che era stato segnalato prima della scomparsa del sommergibile. Al momento non è chiaro a quale profondità potrebbe essere avvenuta la possibile esplosione all'interno del sottomarino, che poteva inabissarsi fino a 300 metri sotto il livello dell'acqua. Quasi 4mila persone di dieci Paesi diversi sono impegnate nelle operazioni di ricerca dell'Ara San Juan, con mezzi aerei e marini. La notizia della possibile esplosione ha intanto gettato nella disperazione i parenti dei 44 membri dell'equipaggio, in attesa nella base di Mar de la Plata. «Questi figli di p...hanno ucciso mio fratello!», ha urlato un uomo. "Non ci dicono che sono morti, ma è logico pensarlo", ha aggiunto Itati Leguizamon, compagna di uno dei marinai.