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Trump incassa uno stop ma rimpatria 60.000 haitiani

Stefano Liburdi
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Donald Trump va avanti per la sua strada e non si cura più di tanto degli "incidenti di percorso" che, in qualche modo, ostacolano i suoi piani. Come quello di un giudice federale della California che ha bloccato in modo permanente l'ordine del presidente americano che vieta i fondi alle cosiddette "città santuario", quelle che si rifiutano cioè di collaborare con le autorità migratorie per deportare i migranti senza documenti. Il giudice, William Orrick, del tribunale di San Francisco, aveva bloccato il divieto ad aprile in modo temporaneo, ma ora ha deciso di renderlo permanente spiegando che è incostituzionale. Orrick, che si è pronunciato rispetto alle cause presentate dalla contea di Santa Clara e dalla città di San Francisco, ha infatti dichiarato che Trump non può imporre nuove condizioni ai fondi approvati in precedenza dal Congresso americano. In una nota il dipartimento di Giustizia ha risposto che bloccando un ordine del presidente il giudice ha «superato la sua autorità». Intanto l'amministrazione Trump ha annunciato la fine del programma di residenza temporanea per circa 60.000 haitiani che vivono negli Stati Uniti. Lo ha annunciato il Dipartimento per la sicurezza nazionale di Washington, spiegando che lo statuto speciale concesso ad Haiti dopo lo spaventoso terremoto che ha colpito l'isola caraibica nel 2010, terminerà nel luglio del 2019, dando così 18 mesi di tempo agli haitiani che vivono negli Usa grazie al programma di lasciare il paese. «Il governo di Haiti ha compiuto progressi significativi dal 2010 e le condizioni straordinarie» che giustificano la loro presenza negli Usa «non esistono più», ha dichiarato il segretario del Dipartimento della Sicurezza interna Elaine Duke. «Dopo il terremoto del 2010 - ha spiegato - il numero di sfollati ad Haiti è diminuito del 97%. Sono stati fatti passi significativi per migliorare la stabilità e la qualità della vita dei cittadini haitiani, e il Paese è in grado di riaccogliere i cittadini». Il termine di 18 mesi, ha detto ancora Duke, consentirà una «transizione ordinata», permettendo agli haitiani di «organizzare la loro partenza» e al governo di prepararsi al loro arrivo.

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