le repubbliche ex sovietiche
L'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva
Il Trattato per la Sicurezza Collettiva a cui aderirono praticamente tutte le repubbliche ex sovietiche è stato firmato il 15 maggio 1992. I membri attuali sono Armenia, Belarus, Kazakhstan, Kirgizistan, Russia e Tagikistan. Il 7 ottobre 2002 essi hanno costituito l’Organizzazione che ha come scopo principale quello di creare condizioni stabili e favorevoli allo sviluppo globale dei paesi membri, garantendo la sicurezza regionale. Finalità dell’Organizzazione sono il consolidamento della pace, della sicurezza e della stabilità internazionali e regionali, la tutela su base collettiva dell’indipendenza, dell’integrità territoriale e della sovranità dei paesi membri, finalità perseguite dagli stati membri privilegiando gli strumenti politici. L’organismo superiore è il Consiglio per la sicurezza collettiva a livello dei capi di stato. La CSTO ha a disposizione forze collettive di reazione rapida, un potenziale di peacekeeping e forze aeree. L’attività dell’Organizzazione si sviluppa in diversi filoni: la formazione di un sistema valido di difesa collettiva che garantisca la protezione collettiva in caso di minaccia alla sicurezza, alla stabilità, all’integrità territoriale, alla sovranità e all’attuazione del diritto alla difesa collettiva; la collaborazione militare, il coordinamento in politica estera, il contrasto al terrorismo, al narcotraffico, alla migrazione clandestina, la reazione a situazioni di emergenza... L’organizzazione gode dello status di osservatore all’Assemblea Generale dell'Onu, collabora con gli istituti specializzati di Onu, Osce, Csi. Un quarto di secolo fa, una serie di paesi indipendenti costituitisi nello spazio dell’ex URSS, si accordarono per risolvere con mezzi pacifici ogni eventuale divergenza tra loro e con altri paesi. Questo accordo è stato fissato nel Trattato di sicurezza collettiva. Al contempo è stata impostata la dottrina di base della loro collaborazione politico militare che ha poi trovato riflesso nei documenti fondativi dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza collettiva (CSTO) firmato nel 2002. La CSTO ha percorso un importante cammino di consolidamento e ha raggiunto il livello di effettiva Organizzazione regionale, adeguata ai tempi, come peraltro riconosciuto dall’Assemblea Generale dell’ONU, nella quale la CSTO ha lo status di osservatore, ma anche dall’OSCE e da una serie di altri organismi internazionali. Fin dal primo giorno della sua costituzione, la CSTO agisce in base ai principi della parità, del reciproco rispetto, della non ingerenza negli affari interni. Tutte le decisioni vengono assunte per consensus, tenendo in considerazione gli interessi di tutti i paesi dell’Organizzazione. Proprio in questo vediamo la forza e le prospettive di ulteriore sviluppo della CSTO. In conformità con l’articolo 4 del Trattato di sicurezza collettiva, un atto di aggressione nei confronti di un paese membro sarebbe considerato un attacco nei confronti di tutti i paesi membri che quindi fornirebbero a suddetto stato l’aiuto necessario, anche militare, e presterebbero il loro sostegno con i mezzi a loro disposizione secondo le modalità di esercizio del diritto alla difesa collettiva, ai sensi dell’articolo 51 dello Statuto dell’ONU. Oggi abbiamo un nucleo di stati che operano congiuntamente in un’ampia gamma di settori per garantire la sicurezza collettiva e dispongono di un buon potenziale bellico, ma anche dei necessari strumenti di concreto contrasto a sfide e minacce nuove e tradizionali. Sono dunque state costituite le Forze Collettive (Truppe) della CSTO che includono forze di reazione rapida, contingenti di peacekeeping e forze aeree. I paesi della CSTO lavorano alla costituzione di un raggruppamento unitario di difesa antiaerea. I paesi della CSTO hanno reiteratamente dichiarato la propria decisa condanna del terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni e di conseguenza nell’ambito della CSTO vengo adottate misure supplementari per il contrasto al terrorismo internazionale e all’estremismo, ivi comprese le esercitazioni antiterrorismo “Cobalt”; è inoltre in fase di elaborazione un Elenco unico di organizzazioni riconosciute come terroristiche nel formato CSTO. È evidente che la fonte principale della politica finanziaria dei terroristi è costituita dal traffico illegale di droga. La CSTO ha adottato la “Strategia Antidroga al 2020”. Il lavoro svolto da CSTO per addestrare il personale delle forze dell’ordine nell’ambito della lotta alla droga, ha ricevuto l’approvazione internazionale alla 60° sessione della Commissione droghe dell’ONU, tenutasi a Vienna nel marzo di quest’anno. CSTO si è sempre schierata a favore di una lotta senza compromessi al male globale della droga. Da alcuni anni sotto l’egida della CSTO si svolge l’operazione antidroga denominata “Kanal”, sono state sequestrate 300 tonnellate di narcotici e scoperti 100.000 narcocrimini. A suo tempo, anche forze dell’ordine di una serie di paesi NATO, tra cui Italia e USA, hanno partecipato a questa operazione. Si svolgono inoltre su base permanente operazioni di lotta alla migrazione illegale e ai crimini terroristici ed estremistici nel settore dell’informazione. Nel 2016 i capi degli stati membri della CSTO al summit di Erevan hanno ratificato la Strategia della sicurezza collettiva di CSTO per il periodo fino al 2025, che definisce gli indirizzi principali dell’ulteriore sviluppo e del rafforzamento dell’Organizzazione. In conclusione riteniamo importante sottolineare che CSTO è stata costituita in condizioni di assenza di uno scontro tra blocchi. Non ha un ordine del giorno segreto, in quanto non è una struttura militare che si contrappone a chicchessia. CSTO organizza la propria attività per affrontare sfide e minacce contemporanee in modo che si formi un’agenda positiva della collaborazione internazionale per il rafforzamento della sicurezza regionale e internazionale.