MEDIO ORIENTE

Forte scossa di terremoto in Iraq e Iran

Carlo Antini

Oltre 340 morti e circa 4mila feriti. È questo il bilancio, ancora provvisorio, del potente terremoto di magnitudo 7.3 che ha colpito Iran e Iraq, ed è stato avvertito anche nel sudest della Turchia e in diverse parti di Israele (dove non ha provocato vittime). La maggior parte delle vittime sono state registrate in Iran, dove secondo tv di Stato ci sono 336 morti e 3.950 feriti; le autorità locali, però, ritengono che la cifra si aggraverà, visto che si stanno cercando decine di dispersi e le squadre di soccorso hanno solo da poco raggiunto alcune zone di montagna isolate. In Iraq, invece, il bilancio è al momento di sei morti e 68 feriti. Diverse città iraniane e irachene sono rimaste senza elettricità e migliaia di persone in entrambi i Paesi continuano a restare per le strade e nei parchi, nonostante le temperature rigide, per paura delle scosse di assestamento. Il centro sismologico iraniano ha registrato circa 118 scosse di assestamento e ha chiarito che ne sono attese altre. Secondo la Mezzaluna rossa iraniana, oltre 70mila persone hanno bisogno di rifugi d'emergenza. Il leader supremo iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, ha fatto le condoglianze ai familiari delle vittime e ha invitato tutte le agenzie governative a fare il possibile per aiutare: la Guardia rivoluzionaria e la milizia affiliata Basij sono state dispiegate nelle zone interessate. In Iran l'area più colpita è la provincia di Kermanshah, che ha annunciato tre giorni di lutto. Solo nella sua contea di Sarpol-e Zahab, a circa 15 chilometri dal confine con l'Iraq, sono morte 236 persone. Il terremoto ha provocato danni drammatici in alcuni villaggi in cui le case erano costruite soltanto con mattoni di terracotta e i soccorritori sono ancora al lavoro nel tentativo di trovare sopravvissuti sotto le macerie degli edifici crollati. La scossa, inoltre, ha provocato diverse frane, che ostacolano i lavori di ricerca. Almeno 14 le province iraniane colpite, secondo i media locali. In Iraq, invece, la zona più colpita è la provincia di Sulaimaniyah, nella regione del Kurdistan iracheno, vicino al confine con l'Iran, dove è stato individuato l'epicentro (precisamente a Penjwin). In particolare è stata colpita Darbandikham, 75 chilometri a est di Sulaimaniyah, vicino alla frontiera con l'Iran, dove almeno 10 case sono crollate: qui l'unico ospedale del distretto ha subìto gravi danni ed è rimasto senza elettricità. In Iraq il sisma è stato sentito fino a sud di Baghdad, la capitale: qui i residenti sono fuggiti da case e palazzi. "Stavamo cenando con i miei bambini quando improvvisamente l'edificio ha cominciato a danzare in aria", racconta Majida Ameer, che è corsa fuori da casa immediatamente con i tre figli. Scene simili si sono verificate anche a Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno, nonché in città del nord dell'Iraq, vicino all'epicentro. L'Iran si trova lungo grandi faglie ed è frequentemente colpito da terremoti. Una scossa di magnitudo 6.6, il 26 dicembre del 2003, devastò la storica città di Bam, mille chilometri a sudest di Teheran, provocando circa 31mila morti.