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In Siria uccisi 600 giornalisti in sette anni

Stefano Liburdi
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La moda ormai è quella di buttare fango sulla stampa, come se questa fosse la colpevole di tutte le malefatte mondiali. Eppure quella del giornalista è una professione che ancora molti svolgono con amore e senso del dovere. Una professione che può risultare pericolosa e sono tanti i giornalisti che hanno pagato con la vita la loro voglia di informare. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, con base a Londra, ha dichiarato che, a partire dal 2011 sono stati uccisi almeno 634 giornalisti in Siria. Nel comunicato rilasciato dall'organizzazione umanitaria, si può leggere: «Durante la giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti, chiediamo giustizia per le anime di almeno 634 giornalisti». Secondo l'Osservatorio, il numero di giornalisti che sono stati uccisi in Siria negli ultimi sette anni «riflette un livello di violenza contro i giornalisti senza precedenti». Nel comunicato si legge che il regime siriano è il principale responsabile di tali crimini, avendo ucciso almeno l'83% dei giornalisti morti in Siria dal 2011 a oggi. Le forze fedeli a Bashar al-Assad hanno ucciso almeno 526 giornalisti, mentre i bombardamenti russi hanno causato la morte di almeno altri 16. «I gruppi terroristici hanno ucciso 52 giornalisti, di cui 46 morti per mano di miliziani dell'Isis e sei uccisi dal Fronte Al-Nusra legato ad al-Qaeda», si può leggere nel comunicato. «I gruppi armati dell'opposizione hanno ucciso almeno 21 giornalisti, mentre il partito Unione Democratica Kurda (PYD) ne ha uccisi almeno 16». Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, dal 2011, sono stati 1124 i casi di arresti e sequestri ai danni di giornalisti in Siria, mentre sono ancora 408 quelli che risultano dispersi.

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