Spagna, la procura chiede il carcere per tutto il governo catalano
L'ex vicepresidente Oriol Junqueras e sette ministri rischiano le manette
In Spagna la procura dell'Audiencia Nacional ha chiesto la prigione senza la possibilità di cauzione per otto degli ex ministri del "Govern" catalano, comparsi stamane dinanzi al giudice Carmen Lamela, per i reati di sedizione, ribellione e malversazione. La richiesta riguarda tutti tranne Santi Vila, per il quale ha chiesto il carcere, ma eludibile con la cauzione. Secondo fonti giudiziarie, il procuratore ha chiesto il carcere per l'ex vicepresidente Oriol Junqueras e gli ex ministri Jordi Turull (Presidenza), Josep Rull (Territorio), Meritxell Borras (Goberno), Raull Romeva (Esteri), Carles Mundò (Giustizia), Dolors Bassa (Lavoro) e Joaquim Forn (Interno). Il nono, Santi Vila, aveva presentato le proprie dimissioni dal governo regionale prima del voto sull'indipendenza e per lui la Procura ha chiesto la libertà su cauzione. Ora spetterà al giudice istruttore decidere sulle eventuali misure cautelari da adottare; all'appello dei giudici mancano ancora il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, e gli altri componenti dell'esecutivo regionale ancora in Belgio: tutti hanno chiesto di poter deporre in videoconferenza, senza che al momento sia stata data alcuna autorizzazione in tal senso da parte della Procura. La Corte Costituzionale invece ha deciso di rinviare al 9 novembre prossimo la deposizione della presidente del Parlament catalano, Carme Forcadell, e di altri cinque membri indagati dalla Corte Suprema per ribellione. Fino a quella data il pubblico ministero ha chiesto una sorveglianza della polizia. La Guardia Civil, inoltre, alle dieci di mattina è di nuovo entrata nel commissariato dei Mossos d'Esquadra a Lleida, in Catalogna, per cercare informazioni legate al referendum sull'indipendenza del primo ottobre. I Mossos hanno confermato che vari agenti in borghese sono si sono presentati nella struttura per raccogliere nuovi documenti legati alle comunicazioni del giorno di voto. Lo scorso 19 ottobre la Guardia Civil aveva già cercato informazioni nel commissariato per 11 ore.