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Catalogna, Puigdemont torna a Barcellona: "Attenderemo voto 21 dicembre"

Carles Puigdemont

Silvia Sfregola
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È durata poco più di un giorno la fuga di Carles Puigdemont in Belgio. L'ex presidente della Generalitat di Catalogna rientra a Barcellona insieme a due ex ministri dopo che la Corte nazionale spagnola lo ha chiamato a testimoniare giovedì e venerdì, insieme ad altri 13 membri del governo catalano, nell'ambito del processo che lo vede accusato di ribellione, sedizione e malversazione a seguito della dichiarazione di indipendenza. Il leader catalano era partito alla volta del Belgio nella mattinata di ieri dopo che il procuratore generale aveva formulato le accuse contro di lui. Ma da Bruxelles Puigdemont ha chiarito di non voler chiedere asilo politico al Belgio ma di essere nella capitale dell'Unione Europea per cercare di attirare l'attenzione della comunità internazionale sulla crisi catalana. "All'Europa chiedo che reagisca. La causa catalana mette in questione i valori su cui si basa l'Europa ed è un prezzo troppo caro da fare pagare alla gente", ha dichiarato durante la conferenza stampa in cui ha parlato in tre lingue (inglese, francese e catalano) evitando volutamente di concedere la parola ai giornalisti spagnoli. Puigdemont ha negato che la sua partenza dalla Spagna abbia significato un abbandono delle proprie responsabilità o una fuga: "Non lasceremo mai il governo e continueremo a lavorare", ha ribadito ricordando di essere un cittadino europeo con facoltà di libera circolazione. "Siamo qui in perfetta legalità, quindi non abbiamo dovuto nascondere nulla", ha aggiunto. Lo sguardo di Puigdemont è ora rivolto al 21 dicembre quando si terranno le elezioni regionali anticipate. "Rispetteremo i risultati, sono una sfida democratica che noi accettiamo con tutte le forze. Votando si risolvono i problemi, non mettendo in carcere le persone", ha spiegato invitando Madrid ad impegnarsi a fare altrettanto, anche in caso di vittoria degli indipendentisti. "Ovviamente" rispetteremo il risultato, ha risposto in serata il delegato del governo in catalogna, Enric Millo, al termine del Consiglio dei ministri nel palazzo della Moncloa in cui si sono analizzate le tappe del voto. Nella seduta straordinaria infatti il governo spagnolo ha deciso la destituzione di altri tre alti funzionari catalani e ha approvato i decreti per l'organizzazione delle elezioni di dicembre. Un sondaggio ha indicato che il fronte indipendentista potrebbe conservare la maggioranza assoluta in parlamento. E che il "sì" all'indipendenza fra i catalani è ai massimi storici dal 2014, con il 48,7% contro il 43,6% del 'no'.

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