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Vogliono chiamare il figlio Jihad, il nome finisce in tribunale

Il caso in Francia: i giudici devono stabilire se è un danno per il bebé

Grazia Maria Coletti
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Si può chiamare un figlio "Jihad"? Un destino nel nome dicevano i latini. E per salvaguardare il futuro del neonato la questione è all'esame dei giudici di Tolosa, nel sud della Francia, dove è scoppiato il caso dopo che una coppia ha registrato il figlio appena nato con il controverso nome, Jihad, appunto. «Il processo è in corso», ha fatto sapere una fonte giudiziaria. È stata l'anagrafe ad allertare la procura dopo che ad agosto si erano presentati i genitori con l'insolita richiesta: sebbene il termine jihad abbia il significato di "sforzo personale verso Allah", l'accezione comune è spesso associata alla lotta degli estremisti islamici che negli ultimi tempi hanno colpito più volte la Francia. Dal 1993 in Francia le famiglie possono scegliere liberamente i nomi ma possono ancora essere deferite alla procura se la scelta viene vista come un danno per il bebè. È stato il caso dei genitori di Nizza che l'anno scorso hanno tentato di chiamare il figlio "Mohamed Merah'"come l'uomo che nel 2012 uccise 7 persone, tra cui tre alunni ebrei. Alla fine, la scelta cadde su un altro appellativo. Nel 2013, invece, era stata la volta di una 35enne di Nimes, che aveva mandato a scuola il figlio, chiamato Jihad, con magliette sulle quali si leggeva, «Sono una bomba» e « Jihad, nato l'11 settembre». In quel caso la donna era stata condannata con la condizionale per glorificazione del terrorismo. 

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