Malta, il figlio di Daphne Galizia accusa il governo: Stato complice
Dopo lo sgomento, a Malta è il giorno dell'indignazione. Centinaia di persone hanno protestato davanti al tribunale di La Valletta all'indomani dell'assassinio della giornalista d'inchiesta Daphne Caruana Galizia. I manifestanti hanno scelto proprio il tribunale per chiedere giustizia e protezione per chi, come Caruana Galizia, indaga sui crimini del potere. "Lo Stato deve difendere la sua gente" ma "il governo ha fallito e i tribunali sono l'ultima speranza", ha detto l'avvocato Andrew Borg Cardona, collega del marito della reporter e tra gli organizzatori della protesta. Poi la folla ha cantato l'inno nazionale maltese. Le indagini partono con dei ritardi. La magistrata Consuelo Scerri Herrera, incaricata di guidare l'inchiesta sull'omicidio, ha rinunciato, chiedendo che venga scelto un altro collega dal momento che lei stessa era stata in passato oggetto di critiche da parte di Caruana Galizia. La famiglia della reporter aveva già ricusato la magistrata lunedì sera. A Malta sono attesi agenti dell'Fbi per collaborare alle indagini. E intanto un caso scuote le forze dell'ordine: un sergente della polizia maltese, Ramon Mifsud, è stato sospeso dopo che ieri, sul suo profilo Facebook, aveva esultato dicendosi "felice" perché la giornalista aveva ottenuto "quello che si meritava". Uno dei figli della giornalista, Matthew Caruana Galizia, in un lungo post su Facebook punta il dito contro le istituzioni maltesi. Il giovane, giornalista come la madre, ha affermato che malta è "uno Stato mafioso" e ha definito "un clown" il primo ministro Joseph Muscat, che accusa di essere "complice", insieme ad altri politici, di quanto accaduto, per non avere agito prima. "Il governo di malta ha consentito che prosperasse una cultura dell'impunità. Prima ha riempito il suo ufficio di corrotti, poi la polizia di corrotti e imbecilli, infine ha riempito i tribunali di corrotti e incompetenti. Se le istituzioni avessero funzionato, non ci sarebbe stato alcun omicidio sul quale indagare", prosegue il giovane, che non ha dubbi nell'affermare che la madre "è stata assassinata perché si è posta fra la legge e chi provava a violarla, come molti giornalisti forti. Ma lei è stata presa di mira anche perché era l'unica persona a farlo". Daphne Caruana Galizia, attiva come reporter da 30 anni, era nota soprattutto grazie al suo blog "Running Commentary', in cui denunciava la corruzione nella politica maltese. Fece rivelazioni che coinvolgevano politici locali sulla base dei Panama Papers, si occupò dei "Malta files" sull'utilizzo dell'isola come paradiso fiscale e accusò quest'anno il premier Muscat e la moglie Michelle, sostenendo che dai documenti di una piccola banca maltese emergesse che Michelle Muscat era proprietaria della compagnia Egrant, con sede a Panama, e che ci fossero consistenti spostamenti di denaro fra quella società e conti bancari legati alla famiglia al potere in Azerbaigian. Queste rivelazioni portarono Muscat a indire elezioni anticipate a giugno. "Chiunque sa che Caruana Galizia era fortemente critica nei miei confronti sia dal punto di vista politico che personale, ma nessuno può giustificare questo atto barbaro in alcun modo", ha detto Muscat poche ore dopo l'omicidio. Condanna a livello internazionale. "Siamo inorriditi dal fatto che la nota e rispettata giornalista Daphne Caruana Galizia abbia perso la vita ieri in quello che è stato a quanto pare un attacco mirato", fa sapere la Commissione Ue. La Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) ha condannato l'attentato, affermando che "la sicurezza dei giornalisti deve essere considerata una priorità nell'Unione europea". malta occupa il 47esimo posto su 180 Paesi nella classifica mondiale di Reporteres sans frontieres (Rsf) sulla libertà di stampa.